I beni culturali delle coste sarde – torri, fari e stazione segnaletiche – saranno oggetto dei numerosi post sui social dell’associazione (https://www.facebook.com/ItaliaNostraOnlus/) durante il fine settimana del 2 e 3 maggio, in occasione della Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo 2020: un modo per celebrare le battaglie storiche e le azioni di tutela di Italia Nostra Sardegna anche se costretti a restare in casa #iorestoacasa.
La Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo (GVBP 2020), lanciata da Italia Nostra il 2 e 3 maggio, dedica un focus ai beni culturali presenti sulle coste dalla Sardegna: torri di avvistamento, fortificazioni, stazioni semaforiche, fari, antichi insediamenti che costituiscono un’importante risorsa per l’Isola e che purtroppo si trovano spesso in condizione di grave degrado e abbandono. Si ricordi a tal proposito il crollo nel 2012 della Torre di Scau’e Sai nel litorale di San Vero Milis.
Italia Nostra ha dedicato sempre grande attenzione a questi beni, con una serie di iniziative e interventi presso le autorità locali, il demanio marittimo e il demanio regionale al fine di stimolare interventi di tutela, recupero e valorizzazione. Importante è stata la mobilitazione del 2011 di Associazioni, Comitati e Cittadini per impedire che la Stazione Segnali di Capo Sperone e altri promontori della costa occidentale della Sardegna venissero trasformati in siti militari per ospitare radar di profondità. In quell’occasione fu il TAR Sardegna, su ricorso presentato da Italia Nostra, a mettere una pietra tombale sul progetto.
Particolare importanza rivestono le torri costiere che, edificate per volontà della Corona di Spagna, sono sempre situate in posti spettacolari e dovrebbero diventare parte di un progetto generalizzato di affidamento alle comunità locali per finalità sociali e turistiche. Italia Nostra ha maturato un’importante esperienza nel recupero e nella gestione delle torri, dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, quando è stata recuperata e resa alla pubblica fruizione la Torre Canai di Sant’Antioco, con l’apertura del monumento tutta la stagione estiva e ad appuntamenti fissi (nel 2019 l’affluenza è stata di più di 4.000 visitatori): un modello che può facilmente essere replicato in altre località. Tra le torri oggetto di segnalazioni di Italia Nostra ricordiamo la Torre di Cala Domestica a Buggerru (CI), la Torre di Columbargia e quella di Ischia Ruja a Tresnuraghes (OR) e la Torre di Seu a Cabras (OR).
Altro tema scottante riguarda la situazione dei fari e delle stazioni segnaletiche edificate dopo l’unità d’Italia della Marina Militare. Nel 2011 furono affidati alla Conservatoria delle Coste della Sardegna 15 tra fari, semafori e torri costiere, di proprietà regionale con un programma dettagliato per il loro recupero attraverso l’affidamento in concessione. Fino al 2017 poco o nulla è stato fatto finché, con un rocambolesco ribaltone la Regione Autonoma Sardegna ha affidato i beni, ottenuti grazie al “federalismo demaniale” e dopo anni di conflitti con lo Stato, all’Agenzia del Demanio con un accordo denominato Orizzonte Fari Sardegna. Oggi le gare per l’affidamento in concessione sono ormai chiuse: i bandi parlano di «valorizzazione turistico-culturale principalmente legato ai temi del turismo sostenibile, alla scoperta del territorio ed alla salvaguardia del paesaggio, anche attraverso la coesistenza dell’uso pubblico, inteso come servizio di pubblica utilità».
È evidente che l’affido a privati appare essere ormai l’unica soluzione praticabile, viste le limitate risorse a disposizione della Regione e le gravi condizioni di incuria in cui versano gli edifici. Italia Nostra quindi non può che approvare il progetto ma si augura che, quanto specificato nei bandi, trovi concreta applicazione nella realtà, che casi come quello del Faro di Capo Spartivento – che hanno di fatto trasformato il faro in una struttura esclusiva e inaccessibile al pubblico – non si ripetano e che si trovi un’armoniosa coesistenza tra esigenze privatistiche e uso pubblico. Ecco perché Italia Nostra ha voluto segnalare questi beni nella Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo, affinché venga tutelata la fruibilità futura. Si tratta della Stazione segnali di Capo Sperone a Sant’Antioco (CI), della Stazione di vedetta di Marginetto a La Maddalena (SS), della Stazione semaforica di Capo Ferro ad Arzachena (SS) della Stazione di vedetta di Capo Figari a GolfoAranci (SS) e della Stazione segnali di Punta Falcone a Santa Teresa di Gallura (SS).Inoltre vale la pena ricordare che Italia Nostra ha inserito il borgo e la torre di Castelsardo nel progetto transnazionale europeo EIRENE, di cui l’associazione è capofila e che si prefigge la candidatura delle fortificazioni genovesi nel Mediterraneo nella World Heritage List dell’UNESCO. Il progetto ha inoltre classificato molti castelli e torri presenti sul territorio della Sardegna, localizzati in una mappa che illustra la consistenza di tale patrimonio.