Nella seduta del 5 marzo scorso, il Consiglio Direttivo del Parco, sulla base della “Relazione tecnico – scientifica di congruità della Collezione mineralogica Antonio Manunta”, ha deliberato definitivamente l’acquisto dell’importante raccolta mineraria oggi certificata “identitaria” dal MiBACT.
Il percorso per l’acquisizione è stato lungo e tortuoso, con la prima proposta di cessione al Parco datata 12 novembre 2014. L’allora commissario prof. Gian Luigi Pillola, comprendendo l’importanza della collezione, incaricò gli uffici con il dott. Rizzo e il dott. Sernagiotto a catalogare e documentare la raccolta, nonché avviare una trattativa col il proprietario che avanzava una proposta economica di tutto rispetto. Il prof. Pillola riuscì a ridimensionare l’offerta stabilendone il valore in 573.000 euro e tale è rimasta sino ad oggi quale quota per la transazione, ma nonostante il merito di aver avviato la negoziazione, l’operazione rimase incompiuta.
Nel frattempo si sono avvicendati tre commissari ed il Parco, con l’attuale gestione, su questo tema veniva attaccata di insensibilità e di noncuranza del patrimonio minerario affidatogli.
Per portare a compimento la volontà del Parco di acquistare una collezione privata non certificata, l’Ente Pubblico non può avventurarsi in transazioni dirette in circostanze non protette, pur riconoscendo già da allora la grande valenza scientifica e storico culturale della collezione.
Questo Consiglio Direttivo, nel dicembre 2018, chiese l’intervento del MIBAC per una valutazione nel merito ed il sostegno alla manifesta volontà di procedere nell’acquisizione affinché venisse riconosciuta e certificata la grande valenza scientifica, e storico culturale della collezione.
L’intervento delegato alla sezione cagliaritana del MIBAC, con la soprintendente dott.ssa Picciau, portò, in data 16 gennaio 2020, al decreto di tutela, ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera d) e ai sensi dell’art. 10 comma 3 lettera e) del Codice dei beni culturali, della collezione mineraria “Antonio Manunta”, costituita da 4.621 esemplari.
Ottenuto il decreto, è partito il via libera definitivo all’iter che ha portato il Consiglio Direttivo all’ultimo passaggio, con l’approvazione della relazione Tecnico Scientifica redatta dal geologo dott. Rizzo, grazie anche alla disponibilità della Provincia del Sud Sardegna che a breve consegnerà al Parco lo spazio caveau, nella sede storica dell’Istituto Minerario “G. Asproni” di Iglesias, dove depositare la collezione, nelle more di un allestimento museale diffuso in Sardegna.
Il Consiglio Direttivo ha infatti deliberato, visto l’alto numero dei pezzi, in buona parte provenienti dalle aree del Sulcis Iglesiente, Arburese Guspinese e del Sarrabus Gerrei, che non potranno trovare esposizione nel “Museo Nazionale” ad Iglesias, di istituire la rete dei musei periferici, portando nelle aree di pertinenza i campioni identitari, utili alla narrazione dei luoghi.
Il Presidente del Parco Geominerario
Prof. Tarcisio Agus