Dopo il tavolo tecnico, tenutosi presso l’assessorato regionale dell’Ambiente il 14 gennaio scorso, ove si sono affrontati i temi della bonifica del rio San Giorgio ad Iglesias e quello del 22, per la bonifica della miniera di “Su Zurfuru” a Fluminimaggiore, possiamo dire che il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna finalmente dà il suo pieno contributo scientifico e di salvaguardia, tutelando, oltre che l’ambiente, il recupero di ambiti storico culturali da salvare che altrimenti andrebbero persi.
Grazie all’opera del Comitato Tecnico Scientifico, che non si riunisce più solo ed esclusivamente per i nulla osta su pratiche edilizie, ma entra nel merito a pieno titolo, sulle opere di bonifica che finalmente, dopo anni di stasi e qualche sporadico intervento, sono ormai decisamente in fase di avvio. Ai tavoli tecnici il rappresentante del Parco viene ora affiancato dal prof. Nanni del Giudice, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, componente esperto del Comitato, per l’assenza nell’organico dell’Ente di un tecnico ambientale.
Con questo nuovo corso il Parco Geominerario da soggetto, sino a questo momento, possiamo dire passivo sulle opere di bonifica, oggi, in stretta collaborazione con l’assessorato regionale dell’Ambiente ed i Comuni interessati, non si sottrae più all’indirizzo assegnatole dal Decreto Istitutivo, in particolare l’art. 2 comma 2: curare, d’intesa con gli enti locali preposti, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei compendi immobiliari ex-minerari di cui agli specifici piani previsti dalle norme vigenti.
Diventa sempre più impellente procedere alle bonifiche ed in particolare nei luoghi di fruizione turistica, tema quest’ultimo prepotentemente emerso questa estate agli onori della cronaca, con la limitazione ai bagnanti ed ai frequentatori delle aree marine di Masua ad Iglesias e di Piscinas ad Arbus.
La bonifica del Rio San Giorgio e di “Su Zurfuru”, affronta, oltre i temi ambientali e di salute pubblica, anche il tema della fruizione di aree a vocazione turistica, in particolare a “Su Zurfuru”, frequentato tutto l’anno, per la presenza del’interessante compendio museale.
“Su Zurfuru”, potrebbe rappresentare l’apripista per tutti quei compendi ex minerari che ancora attendono d’esser messi in sicurezza e bonificati e che hanno potenzialità turistiche inespresse, causa il perdurare dello stato di degrado e dell’inquinamento ancora oggi presente.
Il complesso minerario adagiato su un crinale della montagna, oltre l’abitato di Fluminimaggiore lungo la via per il sito archeologico di Antas, custodisce un prezioso museo e importanti macchinari entro la laveria, ma queste ed altre testimonianze storiche ed architettoniche sono attorniate da diverse discariche che ne limitano la fruizione.
Il Parco ha espresso parere positivo per le bonifiche proposte ed in particolare quelle che interessano le aree circostanti il patrimonio ex industriale, ad eccezione, per la sua importanza storica ed antropologica, della discarica creatasi dall’opera delle cernitrici, che riversavano, all’esterno della laveria, le parti scartate dalla cernita dei minerali.
Una importantissima testimonianza del lavoro femminile in miniera che dovrà essere salvaguardata in situ, con il recupero e la messa in sicurezza stabile, diventerà la prima area di studio e di fruizione scientifica a cielo aperto, grazie anche alla tipologia e consistenza di mineralizzazioni presenti di calcite, pirite, galena ed altre minori.
Prof. Tarcisio Agus
Presidente Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna