Oltre 20mila ettari di terreno andati in fumo, centinaia di animali vittime delle fiamme, migliaia di case ed attività travolte dalla furia degli incendi che in pochi giorni hanno devastato l’Oristanese: tra queste ultime, a finire in ginocchio numerose aziende che operano nel fiorente settore dell’apicoltura. Un’apicoltura di qualità quella praticata in zona, spesso biologica, a cui dare un sostegno immediato e corale: per questo, dopo aver raccolto notizie sui danni subiti dagli apicoltori del territorio, Legambiente ha attivato una speciale edizione della sua campagna Save The Queen dedicata all’emergenza Sardegna.
«Le indelebili immagini degli incendi che in una manciata di ore hanno distrutto una tra le aree di maggiore pregio ambientale dell’Isola non possono lasciarci indifferenti – dichiara Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna -. Abbiamo perciò ritenuto importante attivarci fin da subito per la rinascita della provincia di Oristano, partendo dal sostegno a quanti vivono e lavorano in quei territori e dalla ricostruzione della biodiversità, nella cui tutela, come ben sappiamo, le api giocano un ruolo fondamentale.»
Attraverso una pagina ad hoc dedicata all’emergenza Sardegna, dunque, sarà possibile fin da oggi sostenere gli apicoltori sardi: grazie ai fondi raccolti, Legambiente donerà loro arnie e sciami e sosterrà i progetti di rinascita delle attività danneggiate dagli incendi.
«L’ennesimo scempio, dalle proporzioni immani, che nei giorni scorsi si è consumato in Sardegna ci chiama a mobilitarci tutti in favore degli apicoltori dell’Oristanese, tra le categorie più colpite che necessitano di aiuto immediato per ricostruire la propria attività, tanto essenziale per la sopravvivenza di tutti noi – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Dopo il sostegno agli apicoltori ad Amatrice e a quelli che operano all’interno della rete di parchi di RomaNatura, Save the Queen si attiva dunque concretamente per la rinascita di territori che, ancora una volta, pagano il prezzo di ‘disastri annunciati’. Eventi che, come da noi ribadito, possono essere contrastati soltanto attraverso strategie e strumenti efficaci di prevenzione e repressione e con interventi di adattamento e resilienza al cambiamento climatico. Ma che oggi, di fronte all’emergenza vissuta dalla popolazione locale, ci invitano a dare tempestivamente una mano, per arginare i danni arrecati alle attività e dare loro il sollievo necessario a ripartire.»