La transizione ecologica è una realtà da tempo avviata e consolidata per tante realtà virtuose della nostra Isola, in cui la scelta della riduzione delle emissioni e di sostenibilità fanno parte di un agire quotidiano di successo. Questa la cornice all’interno della quale sabato mattina si è svolta la XI Assemblea congressuale di Legambiente Sardegna dal titolo “La Sardegna in cantiere: Innovare, Includere, Riconvertire per accelerare la transizione ecologica, superare la crisi climatica e costruire un futuro di pace”.
Gli ultimi quattro anni hanno posto sfide epocali, dal dilagare del Sars-Cov-2 e la conseguente crisi economica globale, alle speculazioni dei produttori di gas sui mercati che hanno fatto impazzire le bollette per famiglie e imprese, molto prima dell’esplosione dell’ennesima terribile guerra causata dalla criminale aggressione militare russa in Ucraina. Tutti questi accadimenti hanno cambiato radicalmente gli scenari e hanno messo a rischio il percorso tracciato dalla scienza per arrivare alla decarbonizzazione planetaria entro il 2050.
La crisi climatica e la necessità dell’indipendenza energetica, per ridurre le bollette e le tensioni internazionali causate dall’accaparramento delle fonti fossili, impongono all’Italia un’accelerazione della transizione ecologica verso un’economia libera dalla schiavitù di carbone, gas, petrolio e materie prime critiche. Per arrivare alla decarbonizzazione entro il 2050, è fondamentale definire degli step intermedi ambiziosi, tra cui quello di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030, come sta facendo l’Europa, o di produzione di elettricità al 100% da rinnovabili al 2035, come deciso dalla Germania. Per raggiungere questi obiettivi saranno davvero cruciali le politiche sulla transizione ecologica dei prossimi anni. Vale per tutti, Sardegna compresa.
«Nella lotta alla crisi climatica – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vincere lentamente equivale a perdere, e oggi ci sono ancora troppi rallentatori che pongono ostacoli. L’Italia questa sfida epocale la deve vincere spingendo il piede sull’acceleratore, per questo la transizione ecologica deve essere fatta bene e velocemente. Serve una nuova stagione di riforme ambientali, politiche climatiche più coraggiose, a partire dalla graduale dismissione delle fonti fossili. L’Italia non perda altro tempo, lavori sulle priorità ambientali che servono per accelerare il processo di decarbonizzazione. Ce lo chiede il Pianeta, lo evidenziano i bilanci di famiglie e aziende, ce lo impone la crisi climatica che avanza in modo drammatico anche in Sardegna. Nei prossimi anni la nostra associazione svolgerà il ruolo di capocantiere insieme alle istituzioni, alle imprese, al mondo del lavoro, della ricerca e dei media e delle associazioni più coraggiose e coerenti, per completare la rivoluzione della decarbonizzazione italiana.»
Siamo nel bel mezzo di una tempesta mondiale che sta stravolgendo paradigmi, equilibri e convinzioni. I prossimi anni saranno decisivi per promuovere la giustizia climatica e accompagnare la transizione ecologica in settori strategici per la decarbonizzazione dell’economia. Saranno gli anni in cui, perché tutto avvenga nei modi e nei tempi giusti, sarà fondamentale il ruolo di Legambiente a livello nazionale, regionale, locale.
Dovremo occuparci di crisi climatica e transizione energetica, paesaggio e patrimonio culturale, siccità e tutela della biodiversità, riqualificazione delle città e sostegno ai piccoli comuni, servitù militari e bonifiche, mobilità sostenibile e turismo alleato dei territori.
«Al centro del Mediterraneo che è hot-spot per i cambiamenti climatici, la Sardegna può ambire a essere la prima grande “isola verde” che passa dalle fossili alle rinnovabili senza ricorrere al gas, se non come vettore temporaneo – afferma Annalisa Colombu, presidente uscente di Legambiente Sardegna -. Nei lavori congressuali è emersa una fertile convergenza di obiettivi e condivisione di scenari con la Regione Sardegna, che sono stati confortati dai dati illustrati dall’Università di Cagliari. L’urgenza della transizione energetica per la nostra regione non è in discussione: entro il 2030 dovremo installare ulteriori 6,2 GW di energia elettrica da fonti rinnovabili e realizzare le nuove interconnessioni con la rete nazionale previste da Terna. Dovremo governare il processo perché questo cambiamento epocale costituisca una concreta opportunità per il territorio, incardinata sul cointeressamento delle comunità e la definizione partecipata dei benefici sociali ed economici, sulla tutela dei paesaggi identitari e il disegno di paesaggi energetici innovativi, sul rafforzamento del capitale naturale e della biodiversità.»
«Dobbiamo farci trovare pronti alla complessa sfida imposta dai cambiamenti climatici, innanzitutto accelerando le politiche di adattamento e la decarbonizzazione. Legambiente svolgerà la sua azione affrontando, come sempre, i problemi sulla base dei fatti e con spirito propositivo», aggiunge Giorgio Querzoli, Responsabile Scientifico di Legambiente Sardegna.
Alla fine della giornata si è tenuta l’assemblea dei soci elettiva che ha visto il passaggio di testimone da parte di Annalisa Colombu, presidente uscente; Marta Battaglia è stata eletta presidente e Valentina Basciu direttrice di Legambiente Sardegna.
«L’essere un’associazione plurale e articolata sul territorio richiede che siamo capaci di misurarci in maniera proattiva con le dinamiche locali, consapevoli che quello che saremo in grado di fare qui in Sardegna non andrà a esclusivo vantaggio di noi sardi, ma avrà effetti positivi anche in Italia, nel Mediterraneo, e sul pianeta – dichiarano Marta Battaglia e Valentina Basciu -. Non sarà facile, ma forti del gran lavoro fatto negli ultimi 4 anni, per cui non smetteremo mai di ringraziare Annalisa Colombu e l’Associazione tutta, metteremo in campo la migliore Legambiente Sardegna (col suo Coordinamento Giovani, il Comitato scientifico, i Circoli locali e i Centri di Educazione Ambientale) per proseguire il cammino lungo il solco che abbiamo tracciato.»
Gli “Appunti di programma per il congresso” discussi in Assemblea indicano la rotta da seguire con determinazione per la transizione ecologica, insieme ai tanti compagni di viaggio con cui Legambiente condivide la strada, molti dei quali hanno portato al Congresso il racconto di buone pratiche che rappresentano a tutti gli effetti “cantieri” della transizione.