Dopo il riconoscimento di Riserva di Biosfera MaB UNESCO portato a casa dal Parco naturale regionale di Tepilora e da altri 13 comuni vicini nel 2017, è arrivato ieri quello dell’area RAMSAR, dedicato alle zone umide meglio conservate del pianeta. I 736 ettari della foce del Rio Posada e delle sue vicine zone umide diventano così la 171esima area protetta riconosciuta al mondo dalla convenzione internazionale. Un microcosmo a parte che tra Posada e Torpè custodisce habitat animali e vegetali unici, capaci di garantire la conservazione e la proliferazione di specie anche assai rare soprattutto fra gli uccelli acquatici
Il sito. Si tratta di un sistema umido complesso che si caratterizza per un elevato grado di naturalità, in quanto non sottoposto a importanti interventi di regimazione idraulica, e perciò rappresenta un esempio quasi unico in Sardegna, e ormai raro nell’area mediterranea, di sistema di foce praticamente integro di un tipico corso d’acqua a regime torrentizio. Il sito presenta inoltre una considerevole varietà ambientale poiché i tratti fluviali che vi confluiscono hanno un andamento sinuoso e determinano un reticolo di vie d’acqua, nonché la formazione nella piana alluvionale di un sistema di stagni retrodunali e di piccoli stagni interni, in parte temporanei e in parte sub-permanenti.
Il presidente. «Le straordinarie caratteristiche dei nostri territori si stanno sempre più affermando sul panorama internazionale permettendo al Parco di Tepilora di confrontarsi nel consesso mondiale di settore con una maturità crescente che, sono certo, porterà giovamento alle comunità e ai tanti portatori di interesse che, pian piano, stanno decidendo di investire tempo ed energie sul progetto ambientale. Un progetto che dagli altopiani della Barbagia di Bitti arriva fino alle coste della Baronia di Posada, passando per gli agri di Lodè e Torpè.»
Lo ha detto il presidente del Parco, Francesco Murgia, nel commentare la notizia comunicata ieri dal Ministero dell’Ambiente e dal Segretariato Ramsar. «Questo riconoscimento – ha concluso – sarà inoltre un attrattore molto efficace sul piano del reperimento di risorse da investire nello sviluppo territoriale».
Il direttore. «In pochi mesi abbiamo portato a casa un risultato straordinario, frutto di un lavoro di squadra che ha visto collaborare i nostri uffici del Parco con quelli del Ministero dell’Ambiente, con la Fondazione MedSea di Cagliari e con tanti altri studiosi in tematiche ambientali.»
Così il direttore del Parco di Tepilora, Paolo Angelini, che ha aggiunto: «Entrare oggi da protagonisti nella grande famiglia Ramsar ci rende orgogliosi non solo come Parco, ma anche come sistema Sardegna». Proprio le esperienze maturate in questi anni da Angelini in altre realtà dell’Isola, come la guida del comitato scientifico dell’area marina protetta del Sinis – Isola di Mal di Ventre, hanno permesso di costruire una candidatura più incisiva e puntuale delle zone umide del Parco di Tepilora.
«Questo traguardo – ha aggiunto il direttore – deve spronarci a guardare avanti con uno spirito fattivo ancora più forte, favorendo la nascita o il miglioramento di progetti di valorizzazione del Parco: da una messa in essere maggiormente proficua del Contratto di Fiume, a cui tante energie stiamo dedicando, piuttosto che alla realizzazione di una Scuola superiore di Birdwaching nell’ambito del piano d’azione Ramsar dove coinvolgere, così come abbiamo fatto lo scorso autunno nella prima edizione, i migliori esperti sul campo.»
Riserva di Biosfera MaB UNESCO. La Riserva della Biosfera Tepilora, Rio Posada e Montalbo, l’unica presente in tutta la Sardegna fra le 19 riconosciute in Italia, riunisce 17 comuni: Alà dei Sardi (OT), Bitti (NU), Buddusò (OT), Budoni (OT), Galtellì (NU), Irgoli (NU), Loculi (NU), Lodè (NU), Lula (NU), Onanì (NU), Orune (NU), Osidda (NU), Padru (OT), Posada (NU), San Teodoro (OT), Siniscola (NU), Torpè (NU).
Area umida RAMSAR. La Convenzione di Ramsar, firmata nell’omonima città iraniana nel gennaio 1971, è la carta più importante dedicata alle zone umide di interesse internazionale. Aderiscono a tale trattato 171 Paesi, mentre in Italia sono 57 le aree riconosciute.