«Cinquecento milioni di euro. È lo stanziamento previsto dal Pnrr per i siti contaminati che non siano stati bonificati dai responsabili dell’inquinamento o dai proprietari dei terreni, perché sconosciuti o inadempienti. Si tratta dei così detti “siti orfani” e la misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza è la “M2C4 3.4”. Il tutto rappresenta una straordinaria opportunità per Porto Torres ed il suo territorio che conta una serie assai lunga di aree inquinate e abbandonate: si pensi all’ex Ferriera Sarda, all’ex Sarda Legnami, alla ex Cementeria, alla Sarda Laterizi, alla Laterizi Torres, alle aree Vianini e simili. Una superficie di oltre venti ettari che si affaccia sul porto industriale e che deve essere restituita, dopo le indispensabili attività di bonifica, alle produzioni e agli insediamenti industriali e artigianali. Una sorta di “rigenerazione” dei lotti artigianali e delle vecchie industrie manifatturiere ubicate al di fuori del perimetro ENI, oramai in disuso e completamente abbandonate, che costituirebbe un formidabile volano economico per tutta l’area del Nord Ovest Sardegna, capace di attrarre aziende disposte ad investire e creare nuova occupazione nel nostro territorio.»
Lo dichiarano, in una nota, gli esponenti del Partito Sardo d’Azione Porto Torres Adriano Solinas (segretario cittadino), Bastianino Spanu ed Alessandro Pantaleo (gruppo consiliare), che aggiungono: »Per tali ragioni facciamo appello alle istituzioni, agli enti locali, al mondo delle imprese e del lavoro, affinché ci si mobiliti per si costringere l’amministrazione regionale a predisporre in tempi rapidissimi l’elenco, da trasmettere al ministero dell’Ambiente, dei siti interessati dalle proposte progettuali di bonifica da finanziarie con i fondi Pnrr. Riqualificare le cosiddette aree industriali turritane “orfane”, non è infatti solo una esigenza del nostro territorio, ma deve rappresentare una priorità per la Regione sarda, se davvero non si vuole lasciare orfano di attenzioni, di risorse e di opportunità un pezzo importante della nostra Isola».
Antonio Caria