«Rimaniamo sgomenti di fronte alla presa di posizione di Fratelli d’Italia, parole tanto aggressive quanto scomposte quelle del capogruppo in Consiglio comunale nei confronti del Comitato spontaneo che si è formato a tutela di Punta Giglio, formato a loro dire da “integralisti” e “fondamentalisti dell’ambiente”. Un attacco pietoso contro professionisti e studiosi animati dalla sola volontà di preservare una delle poche aree incontaminate del nostro territorio.»
Lo dicono le consigliere comunali del Movimento Cinque Stelle Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio che aggiungono: «Facciamo uso delle stesse parole: ambiente, protezione, conservazione, sviluppo, lavoro. Poi, formulando un concetto, è palese, le strade divergono nei contenuti. Il Movimento 5 Stelle fatica a capire e non accetta il senso di salvaguardia di un bene, asservito all’idea di sviluppo che tende a sopraffare ed appiattire lo stesso bene fino ad annullarlo e farne un’altra cosa, è questo che vuole FdI per Punta Giglio? Lo sviluppo deve mietere sacrifici e l’unico a soccombere è il bene stesso ovvero l’ambiente. E sì, per FdI l’ambiente deve essere asservito allo sviluppo e non importa se questo ne risulta logorato, deturpato, sradicato e poi buttato».
«Prendiamo le palme nane – aggiungono Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio -, pregiato vegetale che in tempi passati veniva immolato per giuste cause, nutriva i poveri algheresi, riempiva i materassi nella stagione estiva, sfamava i proprietari delle fabbriche del crine; per lo meno veniva abbattuto per una causa di vita. Oggi eliminare palme nane è propedeutico, magari, alla visione di un panorama con i fiocchi, pagato profumatamente godendo dei sollazzi di una piscina. E poi ci sono gli integralisti, talebani ambientali che non rinuncerebbero mai a quella palma che da viva è più preziosa che da morta: ossigeno, anidride carbonica, animali che si nutrono dei suoi frutti, animali e palma nana che danno significato all’habitat che i viandanti possono ammirare e fotografare e, spostandosi qualche metro in là, oltre la palma, godere anche di un bellissimo panorama…ma non è finita, il viandante proseguendo il suo cammino scende a valle è trova ristoro davanti ad una birretta bevuta in compagnia, magari di un estraneo, che gli indica dove andare a riposare a sera, dopo aver consumato una bella cena in un ristorantino a conduzione familiare fatto di persone accoglienti e ambientaliste che al mattino successivo gli metteranno a disposizione una bella bicicletta per girare in lungo e in largo il territorio. Sono due forme di sviluppo compatibili ma uno non è assolutamente sostenibile. Uno è lo sviluppo dello spreco, l’altro dell’accoglienza.»
«A Punta Giglio – concludono Maria Antonietta Alivesi e Giusy Di Maio – cosa vogliamo spreco o compatibilità ambientale? Consumo d’acqua per una piscina dove può affogare qualsiasi forma di vita o una cisterna che insegni all’uomo la conquista di un bene preziosissimo come l’acqua? Distribuire servizi e guadagni agli abitanti di Maristella grazie al vicino promontorio attrattivo. O usare lo stesso promontorio per circuire le persone in un “qui è tutto compreso”? Riflettiamo ragazzi, tutti insieme o se volete ognuno per conto proprio.»
Antonio Caria