«Il fuoco del Montiferru e della Planargia è stato quanto di più brutto abbia mai visto in vita mia. L’ho dovuto affrontare da Sindaco, non dal confortevole ricovero di qualche stanza dei bottoni cagliaritana. Io penso che le ferite di questo disastro ce le porteremo nel cuore, per sempre. L’incendio, infatti, non è solo minaccia fisica e materiale. È stupro dell’anima. Ricordo tanti uomini forti, in quelle ore, piangere di impotenza. Un’immagine che mi strazia, tuttora.»
Lo dice il sindaco di Scano di Montiferro, Antonio Flore Motzo, che aggiunge: «Eppure, in quei momenti così orribili, è emersa limpida una virtù che contraddistingue tutte le nostre comunità, da sempre: la solidarietà. Tutti ci siamo sentiti parte dello stesso popolo. Non c’erano più confini, campanili, vuoti pregiudizi. Questo biglietto ci è stato lasciato dagli amici di Cuglieri che abbiamo accolto nel nostro Centro Giovani in quella maledetta notte di fiamme e terrore».
«Un po’ di acqua, qualche abbraccio, sorrisi ed incoraggiamenti – conclude il primo cittadino -. Una cosa sapevamo: ci saremmo salvati solo restando uniti. Oggi, a distanza di un anno dalla disgrazia, penso la stessa cosa. La nostra gente ha le risorse per superare l’impasse dell’inerzia, dell’attendismo. Non confidiamo in questa vuota e inutile politica regionale. Crediamo in noi stessi, nella nostra capacità di modificare il reale con l’impegno di tutti.»
Antonio Caria