Storie straordinarie di migrazioni, salvataggi, accoglienza e testimonianze dal vivo della vita a bordo di una rescue boat. I volti, gli sguardi, i corpi, di coloro che bruciano e sognano le frontiere per raggiungere l’Europa come unica possibilità di sopravvivenza, dopo aver attraversato il deserto e il mare della speranza. Una grande ferita del mondo contemporaneo di cui oggi si parla tanto, ma mai abbastanza. Questi e tanti altri saranno i nodi centrali dell’open lesson del 14 gennaio di IED Cagliari, alle ore 18.00, inserita all’interno del ciclo di incontri “Respect! Persone. Futuri. Luoghi” dedicati ai temi di interesse sociale. Protagonista di questo terzo talk a Villa Satta sarà Isabella Trombetta, Communication Officer per SOS Mediterranée Italia, l’organizzazione marittima ed umanitaria sostenuta dalla società civile europea per il soccorso nel Mediterraneo.
Con l’ospite dialogherà Paola Masala, esperta di comunicazione impegnata nel sociale dal suo punto di vista privilegiato, la cultura. È responsabile Marketing per Sardegna Teatro e Delegata regionale per la comunicazione del FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Di fronte all’aumento dei morti e alle tragedie sulle rotte del Mediterraneo centrale tanti giovani europei hanno deciso di collaborare con organizzazioni umanitarie, diventando “angeli del mare”. Così come Isabella Trombetta, originaria di Reggio Calabria, laurea all’Università LUISS di Roma in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, che dal 2017 al 2018 ha svolto l’incarico di Communication Officer a bordo della nave di salvataggio “Aquarius”, nella quale si è occupata delle comunicazioni fra la nave e gli uffici a terra, e soprattutto è stata il canale di comunicazione fra la nave e la stampa a bordo. Un compito importante che l’ha vista impegnata soprattutto nel raccogliere le testimonianze dirette delle persone che venivano salvate (la Aquarius ha salvato la vita a decine di migliaia di persone), restituendo così storie, voci e volti a quella dimensione umana che in genere viene ignorata dal racconto, spesso superficiale e fatto di soli numeri e statistiche, delle migrazioni. “Chiunque abbia vissuto questo fenomeno da vicino, visto le immagini, sentito le storie, non può non capire che qui si parla di persone, i naufraghi, e non di numeri, e che l’accoglienza non è la stessa cosa del soccorso in mare. Il soccorso in mare non è solo legale, il soccorso non è un’opzione, è un obbligo”, spiega Isabella Trombetta.
Attualmente, da quando la Aquarius, la “grande nave arancione”, non opera più nel Mediterraneo (la fine della missione di ricerca e soccorso risale al 9 giugno 2018) Isabella svolge il ruolo di Communication Manager occupandosi del rapporto con la stampa italiana e dei profili sui social media per la filiale italiana di SOS Mediterranée.
Nei suoi studi universitari ha sempre concentrato l’attenzione sui temi delle migrazioni e sulle peculiarità del patrimonio culturale internazionale nelle comunità di migranti. «In mare ho imparato quanto sia importante il lavoro di squadra perché lavorando in sintonia si possono salvare molte vite. E poi ho imparato cosa vuol dire ”dignità”, restituire dignità alle persone. Perché vedere quelle stesse persone in mare, sofferenti, ammassate sui gommoni, sui barconi, e poi a bordo dell’Aquarius, dopo aver ricevuto le cure mediche, il cibo, l’acqua e i vestiti puliti, si impara a capire il reale valore della dignità umana e quanto troppo spesso lo diamo per scontato», racconta Isabella Trombetta.
SOS Mediterranée è un’organizzazione della società civile, non governativa, costituita da un network europeo (Italia, Germania, Francia e Svizzera) che supporta le operazioni di salvataggio dei profughi nel Mediterraneo e le attività di testimonianza e di sensibilizzazione. Cittadini, persone comuni che hanno deciso di mettersi in gioco e di fare qualcosa per soccorrere i migranti in pericolo nel nostro mare. Lo scopo di SOS Mediterranée è tripartito: “salvare” le persone che rischiano di morire ogni giorno; assisterle una volta che sono a bordo, grazie anche alla collaborazione di partner come Medici senza Frontiere, e testimoniare, invitando i giornalisti a bordo e informando l’opinione pubblica dei Paesi europei sulla situazione dei migranti nel Mediterraneo, attraverso la raccolta e la diffusione di testimonianze dirette sulle condizioni e sui differenti aspetti delle migrazioni in atto.
«Design e sostenibilità sono due aspetti importanti che raccontano l’identità dello IED. Design inteso nelle sue diverse e più aggiornate declinazioni, che comprende anche l’educazione per i nostri giovani studenti, cittadini del futuro, allo sviluppo sostenibile. Il nostro compito non è solo quello di formare designer nel campo delle professioni della creatività, ma anche di sostenere un’istruzione orientata verso un pieno sviluppo della personalità umana attraverso la promozione della comprensione, della tolleranza, del dialogo. E quello di Isabella Trombetta riteniamo che sia un esempio buono e positivo che promuove una cultura pacifica, un progetto e uno stile di vita sostenibili, volti alla valorizzazione delle diversità culturali e al rafforzamento del rispetto e dei diritti umani e delle libertà fondamentali», spiega Monica Scanu, direttrice IED Cagliari.