La fotografia contribuisce in modo significativo, mostrandone valore e bellezza, alla difesa e conoscenza sensibile dell’ambiente.
La mostra “E le pietre stanno a guardare” del fotografo Francesco Antioco Paddeu, ospitata dal 22 al 30 luglio nel centro espositivo di via Satta 25, a Nuoro, ha lo scopo divulgativo e di tutela del sistema naturale, particolarissimo per biodiversità, del territorio del Monte Ortobene.
La fotografia di Paddeu si concentra, con passione ed attenzione, verso le suggestive rocce che dominano l’ambiente naturale e i percorsi della montagna dei nuoresi, con una strategia ammirevole e progetto consapevole di documentale memoria.
La vasta tipologia di “soggetti” in mostra, guidano a un percorso di scoperte e sensibilizzano ad azioni coscienziose di responsabilità ambientale. Dalle immagini colte nel monte, e proposte ampiamente in mostra, traspare l’impegno tecnico-professionale e il fascino-curiosità caratterizzante l’attività di “catturare” la bellezza ed unicità di ammalianti habitat naturali da vivere con coscienza e armonia.
La mostra propone un percorso in 65 pannelli; immagini realizzate recentemente sull’Ortobene e nelle specifiche località di Cuccuru Sinnurtui, Punta su Lappattu, Sa Radichina, Sa Bolatica, Eliches Arthos, Punta sos Gurturjos, Tanca sa ‘e Belloi, Passivale, Punta Fumosa, Balu Birde, Borbore, Gettasida, Ungra ‘e Cabaddu, Isterulotta, Sa Itria, Su Briglione, Sa ‘e sos Frores, Iscala Impredau, Farcana, Cuccuru Nigheddu, Ordollai, Corra Cherbina, Crapiles, Sos Dodos ed Elicheddu ‘e sas Oras.
Francesco Antioco Paddeu, già cinque anni fa aveva realizzato una mostra con 62 pannelli, è custode di un archivio fotografico di oltre ventiduemila scatti.
Candidamente e con il sorriso, afferma: «Conosco il monte come le mie tasche… forse anche di più»! Stimolato da apprezzamenti e richieste di tanti nuoresi sta valutando la possibilità, per i mesi di settembre e ottobre, di programmare delle visite-escursioni guidate sull’Ortobene. Sono infinite le rocce particolari e fantastiche da visitare. Un esempio per tutte, ci dice, «il rocciaio de Punta su Lappattu che custodisce, come una cisterna, dai dodici ai quindicimila litri d’acqua».
Le immagini fotografiche, opere plasmate nel tempo dall’erosione atmosferica e modellate dal processo costante di millenni operato dal lavorio di acqua e vento, hanno la magia di rappresentare suggestive ed incantevoli sculture della natura. Formazioni rocciose di straordinaria unicità e bellezza che incantano gli occhi e nutrono l’anima per la maestosità creativa, in un panorama e habitat mozzafiato. L’Ortobene, proposto con maestria nelle foto di Paddeu, è patrimonio di fantasiose rocce antropomorfe dalle forme bizzarre che hanno stimolato la fantasia interpretativa e i tanti commenti dei visitatori dell’esposizione in via Satta.
Cristoforo Puddu