È stata inaugurata in via Università 18, a Sassari, la nuova sede di Caminera Noa. Gli obiettivi sono stati illustrati dalla coordinatrice Luana Farina che, tra le tante questioni affrontate, ha posto l’accento sulla forte presa di posizione del movimento contro l’economia di guerra che «nell’isola si traduce nell’occupazione di oltre 35mila ettari di territorio occupati dai tre poligoni militari più grandi d’Europa dove si addestrano la Nato e gli eserciti di mezzo mondo procurando malattie, inquinamento, povertà e spopolamento. La Sardegna è una terra di pace e dovrebbe poter decidere senza essere coinvolta in nessun gioco di guerra».
A porre l’accento sulle problematiche cittadine è stato invece Giovanni Fara che ha rilanciato la necessità di aggregare le forze sociali, culturali e politiche che si riconoscono in un programma di valori e progetti comuni, una “piattaforma civica” che sappia prospettare una alternativa di governo a una amministrazione che ha fallito su tutti i fronti, dimostrando scarso interesse verso le problematiche dei cittadini, ignorando completamente le periferie e le borgate e dimostrano indifferenza ed immobilismo verso le crescenti povertà e marginalità sociali: «Sono quasi 5mila le persone in difficoltà economica e abitativa che non riescono a pagare le utenze, e a mettere insieme il pranzo con la cena e che sono costrette a chiedere aiuto e alle quali occorre dare aiuti immediati. Mentre il sindaco inaugura l’apertura di nuovi supermercati, il tessuto sociale ed economico fatto di artigiani e piccoli commercianti rischia di scomparire. Solo lo scorso anno hanno chiuso 1.325 attività e 700 posti di lavoro sono andati in fumo, se non si farà niente per invertire la rotta Sassari rischia di divenire un deserto economico senza prospettive e senza futuro».
Zaira Zingone ha spiegato come il movimento intenda muoversi su piano culturale, attraverso un gruppo di lavoro collaterale al movimento GCP (Gruppu di Culthura Puburari): «Occorre mettere al centro dell’interesse cittadino la cultura e gli artisti locali, liberando risorse importanti anche per la creazione di posti di lavoro in un settore troppo spesso considerato marginale dalla politica – ha sottolineato Zaira Zingone, rimarcando anche l’importanza di favorire l’inclusione dei giovani in politica e la riconquista di spazi dove la creatività e la cultura possano esprimersi liberamente -, è importante che la cultura possa disporre di uno dei tanti edifici non utilizzati in mano al Comune dove far nascere un centro dell’arte e della cultura, tra questi l’ex mattatoio, l’ex carcere o l’ex questura, tutti edifici al centro di progetti avveniristici o abbandonati all’incuria e al degrado».
Antonio Caria