“Mi sono permessa di chiedere aiuto, in nome e per conto dell’Unione dei Comuni del Marghine di cui sono assessore, ma anche per conto del centro Sardegna che allo stato attuale è coinvolto nel fenomeno.Ho chiesto aiuto, nello specifico, in termini di eliminazione del rischio, prevenzione, e sostegno agli agricoltori/allevatori.La missiva è stata inviata proprio al presidente della commissione Agricoltura, che è uno dei comitati tecnici della Fao, la cui prossima sessione sarà dal 18 al 22 luglio. Gli assessorati regionali competenti Agricoltura ed Ambiente nonché Laore e UnissS ricevono per conoscenza la comunicazione in modo tale che ognuno per la propria parte si attivi.Verrà informato anche il Ministro dell’agricoltura.”
Lo scrive, su Facebook, la sindaca di Noragugume Rita Zaru che interviene sulla grave piaga delle cavallette che sta interessando la Sardegna Centrale. “Numerosi sono i progetti avviati dalla Fao nel campo della difesa del suolo e dell’agricoltura che non è altro che la missione della FAO quale Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Molteplici le competenze tecniche che possono essere affiancate a quelle già esistenti – aggiunge Rita Zaru -. Ritengo che il fenomeno debba essere attenzionato in quanto collegato al più ampio fenomeno di desertificazione che avanza dovuto ai cambiamenti climatici in atto. Questo andrà a vantaggio anche delle altre nazioni europee che con il passare del tempo potrebbero subire lo stesso fenomeno. Ho informato l’ex Ministro Maurizio Martina che riveste attualmente la carica di vicedirettore generale della Fa”.”
“Ritengo che la battaglia debba essere portata avanti su più fronti e ognuno nel proprio campo d’azione a vantaggio unico della causa che è di interesse comune – conclude Rita Zaru -. Credo sia sbagliato istigare, sobillare, amplificare il malcontento e cercare colpevoli con cui prendersela a tutti i costi, credo sia più utile concentrarsi sulla ricerca di soluzioni. Chi sta facendo ciò sta accendendo micce in una polveriera. Ne sono la prova le ingiurie al limite dell’intimidazione che ogni tanto vengono rivolte a chi viene nel territorio per svolgere il proprio lavoro e dalle quali mi dissocio e prendo le distanze.”
Antonio Caria