Sono venti milioni i metri cubi d’acqua in meno rispetto al 2023 nell’invaso del Liscia. Un novembre povero di piogge e che mette allarme nel Consorzio di Bonifica della Gallura da sempre impegnato nel garantire e preservare al meglio le quantità d’acqua trattenute grazie alla diga del Liscia, ma anche in un’ampia attività di progettazione e proposta per il recupero di ulteriore risorsa idrica. «Sapevamo che questa situazione si sarebbe potuta presentare vista la perdurante siccità, ma non ci facciamo cogliere certo impreparati dal momento che la base consortile con il direttivo e gli uffici sono ben consapevoli della importanza di ulteriori e a questo punto non più procrastinabili interventi», dichiara il presidente Marco Marrone.
«A causa dei cambiamenti climatici e delle siccità che hanno colpito il territorio della Gallura, nonché del deficit infrastrutturale il comparto irriguo da oltre 20 anni, utilizza la risorsa fornitagli dal Consorzio di Bonifica della Gallura, e lo fa, con il rispetto di turnazioni infrasettimanali tra i diversi distretti irrigui di Olbia ed Arzachena – dice il direttore generale del Consorzio, Giosuè Brundu -. Quindi, si irriga tre volte la settimana e mai di domenica. La diga del Liscia grazie a questo importantissimo lavoro di prevenzione e di razionamento nel solo comparto irriguo, dispone di adeguate risorse per una programmazione almeno biennale della risorsa idrica per i soli utilizzi oggi necessari e consentiti per il territorio.»
«Sono state presentate progettazioni di recupero di risorsa importantissima – spiega ancora Marco Marrone – ed è bene ricordarlo che è fondamentale procedere alla loro realizzazione per il recupero stimato di almeno 47 milioni di metri cubi d’acqua. 14 milioni di metri cubi verrebbero dalla soglia sfiorante in località Monte Tova a valle della Diga del Liscia. Altri 5 milioni di metro cubi poi si potranno recuperare con la traversa sul Rio Castagna, e l’invaso del San Simone per il recupero di ulteriori 16 milioni di metri cubi, a queste vanno poi aggiunte tutte le proposte riguardanti il riutilizzo dei reflui prodotti dagli impianti di depurazione di Santa Teresa di Gallura, Tempio, Palau, Golfo Aranci e Loiri che ammontano ad ulteriori 12 milioni di metri cubi di risorsa alternativa”. Opere che finalmente colmerebbero il deficit infrastrutturale idraulico della Gallura oramai conclamato e, garantirebbero la continuità della risorsa nel territorio.»
Antonio Caria