È in programma per mercoledì 24 giugno la convocazione del Comitato regionale faunistico che prevede, tra i punti all’ordine del giorno, la discussione sul Calendario venatorio 2020/2021.
Un punto, questo che potrebbe saltare, a causa di un ricorso al Tar presentato da Sardacaccia che chiede la revoca del decreto che stabilisce la nomina del Crf. Una vicenda che inizia nel mese di ottobre dello scorso anno quando l’Assessorato ha chiesto di presentare alle Associazioni il numero degli iscritti dell’anno 2018, necessaria per stabilire chi fossero le tre a dover rappresentare i cacciatori all’interno del comitato. Furono ammesse Anlc, Fidc e Ucs, con l’esclusione proprio di Sardacaccia. Nel 2019 la Anlc e Ucs decisero di unirsi, decidendo di confluire entrambe nella prima. Ma, come sostengono da Sardacaccia, «si dovevano presentare gli elenchi per l’anno 2018, di conseguenza, essendo in quel periodo due realtà diverse, hanno presentato due richieste distinte». Una nomina, per loro, non corretta. Qualora il Tar dovesse dare ragione a Sardacaccia potrebbe esserci un altro ricorso da parte del Cpts perché, questo il loro punto di vista, è finalizzata designare i tre rappresentanti delle AA.VV. maggiormente rappresentative, quindi si dovrebbero prendere i dati del 2019 e, considerato che nel 2019 la Sardacaccia aveva circa 1.000 tesserati e il Cpts circa 4.000, ad avere diritto di far parte del CRF dovrebbe essere il Cpts».
Un punto, questo che potrebbe saltare, a causa di un ricorso al Tar presentato da Sardacaccia che chiede la revoca del decreto che stabilisce la nomina del Crf. Una vicenda che inizia nel mese di ottobre dello scorso anno quando l’Assessorato ha chiesto di presentare alle Associazioni il numero degli iscritti dell’anno 2018, necessaria per stabilire chi fossero le tre a dover rappresentare i cacciatori all’interno del comitato. Furono ammesse Anlc, Fidc e Ucs, con l’esclusione proprio di Sardacaccia. Nel 2019 la Anlc e Ucs decisero di unirsi, decidendo di confluire entrambe nella prima. Ma, come sostengono da Sardacaccia, «si dovevano presentare gli elenchi per l’anno 2018, di conseguenza, essendo in quel periodo due realtà diverse, hanno presentato due richieste distinte». Una nomina, per loro, non corretta. Qualora il Tar dovesse dare ragione a Sardacaccia potrebbe esserci un altro ricorso da parte del Cpts perché, questo il loro punto di vista, è finalizzata designare i tre rappresentanti delle AA.VV. maggiormente rappresentative, quindi si dovrebbero prendere i dati del 2019 e, considerato che nel 2019 la Sardacaccia aveva circa 1.000 tesserati e il Cpts circa 4.000, ad avere diritto di far parte del CRF dovrebbe essere il Cpts».
A.C.