Animali morti, carciofi, erbai a mollo, serre allagate, strade rurali e recinzioni divelte è un primo bilancio del maltempo che ha colpito il centro e Nord Sardegna.
Ieri i maggiori danni si sono registrati nel comprensorio di Siniscola ed in particolare a Lodè dove la furia dell’acqua ha travolto e ammazzato anche delle pecore, oltre a erbai, strade rurali e recinzioni. Danni anche nel Nord Sardegna, con la bomba d’acqua che ha colpito Monti, che ha coinvolto anche qualche strada rurale. Ma danni se ne sono registrati anche nel Sarrabus, nell’Oristanese e a macchia di leopardo anche in altri territori.
Perdite che si sommano a quelle già pesanti di domenica scorsa che avevano interessato diverse serre e campi di carciofi della parte sud Orientale dell’Isola da Capoterra e Sarroch fino ai diversi Comuni del Sulcis.
«La Regione deve dichiarare lo stato di calamità naturale garantendo immediati ristori alle aziende agricole che hanno effettivamente subito danni – queste le parole del presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu –. Interventi che per essere tali devono essere mirati e celeri, altrimenti ci fermiamo si tratta di intenti e ulteriori perdite di tempo ed illusioni per le aziende agricole già martoriate dalle numerose calamità che si manifestano nel corso dell’anno.»
«Gli effetti dei cambiamenti climatici sono in atto e stanno colpendo duramente l’agricoltura – aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, non si può tergiversare ulteriormente ma occorre farne i conti adesso, ci sono anche i fondi che aspettano di essere programmati. L’alternativa è continuare a cercare di tamponare le emergenze senza però risolvere il problema ma solo assistendo a perdite milionarie e del patrimonio agricolo.»
Antonio Caria