In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne 2021 il vescovo di Cagliari, monsignor Giuseppe Baturi, rivolge un pensiero e una riflessione alle vittime di femminicidio e di ogni genere di sopruso.
«In questa giornata – scrive nel suo messaggio – un pensiero va alle vittime e agli orfani di femminicidio, ma anche alle donne che non trovano il coraggio di denunciare il loro dramma, affrancando sé stesse dalla violenza. Penso anche ai giovani, per i quali urge un grande impegno educativo affinché la scoperta dell’amore si purifichi da ogni istinto violento e si compia sempre più come rispetto dell’altro e della sua libertà e desiderio di servirne il bene.»
Il testo integrale del messaggio di monsignor Giuseppe Baturi
«Codardo degrado». È la definizione che papa Francesco ha dato della violenza sulle donne in un passo dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia.
Lo stesso pontefice sottolinea inoltre che la «violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi contraddice la natura stessa dell’amore coniugale». Parole che impongono a tutti noi, figli e figlie di Dio, un’attenta riflessione in questa particolare ricorrenza nella quale si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Non può essere amore, infatti, la relazione prepotente, la possessività morbosa, la strumentalizzazione narcisistica. La violenza in nessun aspetto esprime amore, ma soltanto sentimenti avvelenati, sintomi di una società dove la «bellezza» della donna non trova ancora la dignità piena e dove pare difficile imparare ad amare.
Le pagine di cronaca, anche delle ultime settimane, pure nella nostra Sardegna, purtroppo non risparmiano notizie riconducibili a drammi familiari sfociati spesso nel femminicidio. A fine ottobre le vittime di genere femminile in Italia erano cento, un dato in crescita rispetto allo scorso anno.
In questa giornata un pensiero va alle vittime e agli orfani di femminicidio, ma anche alle donne che non trovano il coraggio di denunciare il loro dramma, affrancando sé stesse dalla violenza. Penso anche ai giovani, per i quali urge un grande impegno educativo affinché la scoperta dell’amore si purifichi da ogni istinto violento e si compia sempre più come rispetto dell’altro e della sua libertà e desiderio di servirne il bene.
«Le donne sono fonte di vita – ci ha detto il Santo Padre – eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo. Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna.»