«Le Acli devono seguire la loro vocazione alla cooperazione tra le associazioni e alla formazione di classe dirigente, per accrescere il capitale sociale del territorio e svolgere un ruolo di sentinella come in questi anni abbiamo fatto sul fonte di temi che ci sono cari, la formazione, la salute, l’immigrazione, l’Europa.»
Con queste parole il presidente provinciale delle Acli di Sassari Giuseppe Fresu ha chiuso il congresso provinciale dell’associazione che si è tenuto nell’hotel Grazia Deledda di Sassari e che ha eletto i delegati ai congressi regionale e provinciale.
L’apertura è stata affidata al Presidente uscente, l’attuale assessore ai lavori pubblici del Comune di Sassari Salvatore Sanna, che poi ha dato la parola alla ricercatrice dello Iares Vania Statzu che ha presentato i dati del report METE 2024 relativi alla provincia di Sassari. Un’analisi puntuale e dettagliata che ha messo in evidenza alcune criticità, in particolare quelle legate allo spopolamento e alla dispersione scolastica.
«Non vogliamo guardare all’indietro – ha spiegato Fresu – ma al contrario cercare di dare una prospettiva per il futuro.»
«E a questo proposito alla divisione istituzionale della vecchia Provincia non deve corrispondere una sorta di rivalità tra Sassari e la Gallura. Se Sassari e Olbia dilateranno i loro interessi e le loro relazioni – ha affermato il Presidente – ne emergerà un nanismo inutile per entrambe e per la Sardegna.
Nello stesso tempo i dati vanno letti alla luce delle differenze tra i due territori: nel nord Sardegna le due realtà convivono.
Il saldo e la dinamica demografica sono molto negativi e seguono il trend regionale: al saldo naturale negativo di -3.000 persone in provincia di Sassari corrispondo i -11.000 della Sardegna.
Il saldo positivo negli ultimi 20 anni per Sassari è interamente da attribuire alla Gallura e il saldo negativo dell’ultimo anno è anch’esso attenuato dalla Gallura.
Così vale per la maggiore presenza di stranieri e per una popolazione leggermente piùgiovane rispetto alla media regionale.
Sassari perderà il 10% della popolazione attiva in 10 anni: dal 2021 al 2031 saranno 35.000 in meno le persone in età attiva. 13.000 in meno i bambini e 24.000 in più gli anziani. La dinamica di residenza vede una graduale sparizione dei centri minori: i comuni con meno di 500 abitanti hanno perso in 20 anni il 24% della popolazione, quelli tra 500 e 1.000 il 17% mentre sono aumentati quelli con oltre 3.000 abitanti del 5-6%. Nei centri sotto i 500 abitanti la fascia di età 0-14 anni è il 7% contro il 10 dei paesi più grandi mentre gli anziani sono il 33% contro il 25 dei paesi sopra i 3.000 abitanti.
Ad una provincia giovane, la Gallura, non può corrispondere un territorio che si deprime e guarda solo al passato. Siamo di fronte ad un declino demografico esteso che incide sulla capacità di essere mercato.
In un tempo breve, la città metropolitana di Sassari deve trovare una sua vocazione, un ambito di sviluppo che non sia solo quello dei servizi considerato il calo della popolazione verso cui ci dirigiamo.
Anche noi dobbiamo ricollocarci in questo scenario rendendoci utili: serve seguire la nostra vocazione alla cooperazione tra le associazioni e alla formazione di classe dirigente per accrescere il capitale sociale del territorio e svolgere un ruolo di sentinella come in questi anni abbiamo fatto sul fonte di temi che ci sono cari, la formazione, la salute, l’immigrazione, l’Europa.
Bisogna mettere al centro di tutto le persone e quindi anche chi porta avanti i servizi della nostra associazione. Questo significa – ha concluso Giuseppe Fresu – lavorare tutti assieme, rappresentando quello che siamo, internamente ed esternamente.»