Il 28 aprile prossimo celebriamo “Sa Die de Sa Sardigna”, festa del popolo sardo che ricorda la cacciata dei piemontesi dalla città di Cagliari e dal resto della Sardegna, avvenuta il 28 aprile 1794 e momento cruciale del ciclo di eventi passati alla storia come “triennio rivoluzionario sardo”.
La ricorrenza è festa istituzionale, introdotta dal Consiglio regionale della Sardegna con legge regionale n. 44 del 14 settembre 1993. Ed è insieme festa popolare, a commemorazione del momento in cui i sardi tutti si unirono per il raggiungimento dell’obiettivo comune: conservare le antiche prerogative di autogoverno dell’isola. Sta dunque particolarmente a cuore della Corona de Logu, assemblea degli amministratori locali indipendentisti di Sardegna.
Purtroppo, la fase di crisi sanitaria iniziata nel marzo 2020 e che ancora oggi piega la nostra società impedirà uno svolgimento pieno della celebrazione. Ma proprio gli eventi innescati dal Covid-19, infezione sfociata in una pericolosissima depressione sociale ed economica, devono spingerci a meglio riflettere sugli eventi della “sarda rivoluzione”. Mai come in questo momento, infatti, abbiamo avuto la necessità e l’occasione per far ripartire la Sardegna e i Sardi su nuove basi. Oggi scopriamo che il nostro stare insieme va modificato e indirizzato verso una più alta e diffusa percezione e pratica dell’autodeterminazione. Ed a tale scopo è indispensabile riscoprire e fare tesoro delle motivazioni e dell’azione di Angioy e dei suoi compagni.
Per questo la Corona de Logu ha inviato a tutti i sindaci della Sardegna una lettera d’intenti e di sollecitazione a commemorare nel miglior modo possibile, date le circostanze, “Sa Die de Sa Sardigna”. E per questo invita gli amministratori locali membri dell’Assemblea:
1) a discutere nella prima seduta utile del Consiglio comunale gli eventi storici del “triennio rivoluzionario sardo” e le motivazioni per le quali, in accordo con la Legge Regionale n. 44 del 14 settembre 1993, ha oggi pieno senso celebrare “Sa Die de Sa Sardigna”;
2) a celebrare “Sa Die de Sa Sardigna” anche nel proprio Comune, promuovendo ogni iniziativa utile volta a fare memoria degli eventi rivoluzionari degli anni 1794-96.
3) a premere in ogni modo possibile sul Consiglio regionale della Sardegna perché “Sa Die de Sa Sardigna” trovi sempre più vasta e completa applicazione sul territorio dell’Isola, ad esempio con l’opportuna chiusura degli uffici pubblici.
La Corona de Logu fornisce ai suoi membri il modello di tale mozione, già presentata nei Consigli comunali di Arzana, Bauladu, Girasole, Macomer, Mamoiada, Olmedo, Oristano, Ossi, Ruinas, Samugheo, Santa Teresa di Gallura, Serramanna, Serrenti, Simala, Terralba, Tertenia, Ussaramanna e Villanovaforru.
La Corona de Logu si augura che in futuro sempre più Comuni sardi s’impegnino nella partecipazione attiva a “Sa Die de Sa Sardigna” e nella diffusione della conoscenza degli eventi ad esso legati, contribuendo così alla crescita di una coscienza nazionale sarda diffusa nella popolazione e nelle istituzioni dell’isola.
Maurizio Onnis
Presidente della Corona de Logu
Sindaco di Villanovaforru