Il primo nodo critico che emerge nel confronto chiesto da Cgil, Cisl e Uil regionali ai sindaci dei territori devastati dagli incendi, è la necessità di un coinvolgimento delle comunità locali nella scelta degli interventi immediati e di prospettiva, da realizzare attraverso un coordinamento di livello regionale. Non a caso, i segretari generali Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca, auspicano «la nomina di un Commissario per l’emergenza del Montiferru» e sollecitano «un confronto con la Giunta, che non può continuare ad agire senza dialogare con le istituzioni locali, le parti sociali e le organizzazioni dei lavoratori sempre in prima linea, nella quotidianità e nell’emergenza». Quel che è emerso stamattina è stata la solitudine dei sindaci, l’impotenza provata nei tragici momenti in cui – come qualcuno ha lamentato – insieme ai mezzi a disposizione, soprattutto aerei, è mancata una regia degli interventi. E ora che si cerca di superare lo shock, nella disperazione di aver perso un patrimonio ambientale e economico, il timore è che l’affetto e la solidarietà che oggi, sull’onda emotiva, sono arrivate dalle istituzioni regionali e nazionali, non si traducano poi in fatti concreti. I sindacati hanno offerto ai sindaci di Cuglieri, Scano di Montiferro, Tresnuraghes e Santu Lussurgiu un impegno fattivo per far quadrato, e lavorare tutti in un’unica direzione: «Ci sono più fronti su cui dobbiamo intervenire, occorre definire le opere per rimboschire e salvare per quanto possibile cioè che è rimasto, pianificare i ristori a cittadini e imprese e sostenere la ripartenza, predisporre un piano straordinario per la messa in sicurezza, cura, tutela, manutenzione e prevenzione nel territorio». Per queste ragioni, «l’attenzione immediata che l’emergenza ha suscitato a livello nazionale – hanno detto Piddiu, Carta e Ticca – deve avere uno sguardo lungo e l’auspicio è che chi oggi esprime parole di vicinanza e solidarietà non dimentichi domani che dopo una catastrofe è necessario ricostruire, destinare e investire le risorse, anche per far sì che non si ripeta».
I fondi del Recovery e quelli del quadro comunitario europeo rappresentano un’opportunità ma «per coglierla occorre costruire un quadro organico di interventi coordinati che devono essere discussi con le istituzioni locali e le parti sociali, con chi insomma, ognuno con responsabilità diverse, può e deve dare un contributo per voltare pagina, ripartendo anche da un approccio culturale e produttivo del paesaggio, dei boschi e del mondo agro-pastorale, come valori da presidiare, preservare e valorizzare sotto il profilo ambientale ed economico». I sindacati, con particolare attenzione verso i lavoratori impegnati in questi giorni nella lotta agli incendi, hanno anche sottolineato la necessità di risorse e mezzi adeguati, ad esempio nell’Agenzia Forestas e nel Cfva, dove «l’età media dei lavoratori è intorno ai 58/60 anni, il quaranta per cento dei circa mille dipendenti fra due o tre anni andrà in pensione e non c’è ancora un piano per potenziare l’organico».
Cgil, Cisl e Uil si sono inoltre impegnati a ritornare nel territorio il prossimo settembre: «Crediamo sarà utile fermarsi e fare il punto sulle azioni in campo, sulle eventuali carenze nel sistema di aiuti e sulle difficoltà legate alla ripartenza». L’obiettivo è «proporre e sollecitare le azioni prioritarie per rilanciare il Montiferru e, più in generale, restituire centralità, nel dibattito pubblico e politico, ai temi della valorizzazione ambientale e del presidio del territorio, sopratutto nelle aree interne con più alto rischio potenziale».