«L’inserimento della Sardegna tra le regioni idonee a ospitare i rifiuti radioattivi è inaccettabile, non tiene conto della vocazione della Sardegna né della necessità di tutelare l’ambiente e il paesaggio sardi e non risponde in alcun modo alle esigenze dell’Isola. In un momento delicato come quello attuale, nel corso del quale la classe politica intera si interroga sulla necessità di attivare forme di sviluppo sostenibile, l’ipotesi relativa alle scorie è decontestualizzata e va combattuta con unità, forza, decisione. Sarebbe, in caso contrario, l’ennesimo sfregio ai danni della Sardegna compiuto da uno Stato arrogante, disattento e incurante delle conseguenze.»
Lo ha detto stamane il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, che ripercorre la battaglia che ha visto schierato in prima linea proprio i Riformatori sardi, già nel 2004 con una manifestazione a Roma e forme di protesta nell’Isola, con iniziative che hanno rappresentato vere e proprie dichiarazioni di guerra all’ipotesi di ospitare in territorio sardo il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi.
«Il popolo sardo ha già respinto l’ipotesi, inviando in questi anni più di un segnale al Governo. Rispolverare l’ipotesi ora non tiene conto dell’evolversi del contesto sardo e rappresenterebbe un atto gravissimo davanti al quale siamo pronti a dare battaglia – ha concluso Michele Cossa -. Non c’è alcun vantaggio economico che possa recuperare in qualche modo il danno che ne deriverebbe per la nostra Isola: per questo motivo non siamo disposti a barattare il futuro della Sardegna e dei sardi in nome di una ricaduta economica e di ipotetici posti di lavoro.»