Si è svolta questo pomeriggio (venerdì 13 ottobre), presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria in Cagliari, l’assemblea ecclesiale per l’apertura del nuovo anno pastorale diocesano, presieduta dall’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi, che ha goduto di una nutrita partecipazione da parte di rappresentanti delle parrocchie e degli organismi ecclesiali presenti nel territorio.
I lavori sono stati aperti da padre Piergiacomo Zanetti, gesuita, padre spirituale del Seminario regionale sardo, il quale ha proposto una relazione dedicata ai discepoli di Emmaus (Luca, 24), icona biblica di riferimento del Cammino sinodale. «Laddove il Signore risorto si avvicina e cammina conversando con loro, ma i loro occhi non erano in grado di riconoscerlo. Noi tutti e tutte come i due discepoli di Emmaus siamo in cammino: come singoli e come comunità».
Un concetto ripreso e approfondito da monsignor Giuseppe Baturi che ha affermato «il punto centrale è che l’annuncio diventa credibile, apre gli occhi perché dentro un incontro, perché Gesù – spiega – è presente e annuncia se stesso, in quanto opera questo cambiamento del cuore e degli occhi. E gli occhi dei discepoli si aprono a riguardare la realtà, gli accadimenti, riconoscendone una profondità prima non avvertita. La prima proposta di quest’anno pastorale è quella di rileggere se stessi, la propria vita personale, comunitaria. All’interno dell’episodio raccontato da “Luca 24”. La via della concordia nella Chiesa esige che si maturi insieme, come dice san Paolo, con un medesimo sentire e con la stessa carità».
Tra le piste operative che si desidera percorrere nei prossimi anni, Giuseppe Baturi ne ha anticipato alcune. In particolare, l’attività degli oratori, come spazio in cui si partecipa alla proposta educativa dell’intera comunità cristiana, la necessità di organizzare dentro le parrocchie, o in sinergia tra quelle vicine, forme di sostegno allo studio destinate a ragazzi in rischio a rischio abbandono scolastico, ma anche per i migranti. Ha citato infine l’attenzione verso il disagio economico, in particolare verso le famiglie che hanno difficoltà a incidere sul percorso educativo e formativo dei figli.
«L’impegno di oggi – prosegue Giuseppe Baturi – è quello di delineare alcuni tratti di un tema importante, che è quello riguardante la responsabilità educativa della Chiesa di Cagliari, soprattutto verso i bambini, i ragazzi giovani. Proprio 15 anni fa, eravamo nel settembre del 2008 in piazza Yenne, papa Benedetto XVI durante la sua visita a Cagliari, parlava di una crisi che inizia quando una società non sa più tramandare il suo patrimonio culturale e i suoi valori alle nuove generazioni. Oggi – conclude – c’è un’emergenza educativa che per essere affrontata richiede genitori e formatori capaci di condividere quanto di buono e di vero essi hanno sperimentato e approfondito in prima persona. E richiede quindi operatori, genitori, testimoni capaci di trasmettere valori. E non si può trasmettere nulla che non sia il dono di sé in quanto coinvolti in qualcosa di grande».