La Conferenza Episcopale Sarda ha ufficializzato il proprio appoggio all’iniziativa volta all’inserimento dei nuraghi quale patrimonio dell’umanità. A conclusione delle intense giornate di ascolto della Parola di Dio in occasione degli esercizi spirituali guidati da monsignor Francesco Cacucci, la Conferenza Episcopale Sarda il 25 e 26 febbraio si è riunita per la programmata assemblea ordinaria e ha deliberato, tra i vari punti, il sostegno al progetto.
«La Conferenza ha ritenuto di condividere l’iniziativa promossa dall’Associazione ‘La Sardegna verso l’UNESCO’ e, in sintonia con il patrocinio già espresso dai massimi Enti amministrativi e culturali regionali, appoggia l’iniziativa volta ad ottenere il riconoscimento dei Monumenti della civiltà nuragica come patrimonio identitario della Sardegna di valore universale», si legge nel documento diffuso a conclusione degli incontri.
Si tratta di un sostegno fondamentale, che arriva dopo l’appoggio unanime della società civile, politica, del mondo accademico, economico, della rete delle professionali e delle imprese. Un segnale di estrema attenzione, come le parole profuse da padre Antonio Spadaro che di rientro dal viaggio del Papa in Iraq ha evidenziato il legame profondo e ancestrale che lega i nuraghi alla spiritualità.
«“L’importanza dei nuraghi, grazie anche all’attenzione che arriva dal mondo cattolico, sta emergendo sotto una nuova luce, quella della spiritualità – evidenzia il presidente dell’associazione Michele Cossa -. La Sardegna è senza dubbio tra i più importanti centri spirituali dell’antichità e per questo presenta aspetti, specialmente legati all’età nuragica, ancora avvolti nel mistero. L’attenzione della Chiesa sarda, che riteniamo fondamentale in questa delicata fase, evidenzia l’importanza dei nuraghi non solo quali testimonianza di una civiltà straordinaria ma anche come centro della spiritualità e della meditazione.»
Le due giornate hanno visto i vescovi condividere le problematiche delle rispettive Diocesi in questo tempo, purtroppo ancora sottoposto all’imprevedibilità della diffusione della pandemia. È emerso il desiderio di contribuire al cammino delle comunità cristiane offrendo segnali e sguardi unitari, che incoraggino i cristiani a guardare con fiducia al futuro, anche attraverso la riformulazione di percorsi di formazione alla fede, adeguati al momento storico che stiamo vivendo, e che coinvolge anche la dimensione sociale ed economica della nostra terra.
«Fare del patrimonio nuragico sardo uno strumento di rinascita e sviluppo socio economico rientra tra gli obiettivi dell’Associazione Sardegna verso l’Unesco», aggiunge Michele Cossa. La chiesa sarda oggi guarda con favore all’iniziativa, facendo dell’istanza presentata all’Unesco lo strumento principale per una reale valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e culturale della Sardegna. Sostenere l’iniziativa presso l’Unesco è un passo fondamentale verso una piena conoscenza e valorizzazione della nostra Storia e della nostra Cultura.