Sono stati tanti, ieri sera, ad assistere davanti alla tv alla Via Crucis di Papa Francesco, per il secondo anno consecutivo condizionata dal Coronavirus.
E’ stata una funzione religiosa molto carica di significato, perché le stazioni del Calvario di Cristo sono state lette da bambini, che con le loro meditazioni hanno posto l’accento sul vivere quotidiano, le loro sofferenze, l’ansia dei genitori che litigano e che per molti giorni non si parlano, le loro storie di bambini intrise di sofferenze. È un continuo peregrinare in questa sofferenza, un voler ancor più stigmatizzare le sofferenze create dalla pandemia.
Le voci dei bambini squarciano il periodo di tristezza e, allo stesso tempo, infondono positività ed un invito a guardare al futuro con rinnovata speranza. I bambini, con queste loro meditazioni danno un insegnamento agli adulti che spesso non sono così coraggiosi nell’ammettere le loro responsabilità.
La preghiera del Papa è ancora di più un’invocazione a Cristo, perché perdoni le nostre colpe e, allo stesso tempo, stia vicino a noi.
In questo scenario, Piazza San Pietro, questa volta con la presenza di un numero limitato di persone, rappresenta un segno tangibile di una grande voglia di tornare alla vita normale, a guardare al futuro con serenità e fiducia.
Armando Cusa