Papa Francesco l’ha indicata più volte come un chiaro modello da imitare, in particolare per la preghiera incessante rivolta a Dio, un vero dialogo di fede.
Ed è proprio importante ricordare non solo domani Sant’Agostino, figlio di Santa Monica, alla quale ha dedicato il suo pensiero nella sua opera più importante: “Le Confessioni”.
Ieri 28 agosto è la data in cui viene ricordato. Il corpo di Agostino raggiunse Cagliari probabilmente nel 507-508, con la diaspora dei vescovi del nord-Africa, causata dalla conquista vandala.
Si costruì un luogo di culto composto di un santuario ed una cripta, nella quale furono custodite le reliquie fino all’VIII secolo. Dopo l’espansione saracena e la missione longobarda che ne trafugò il corpo, una pastorale e la mitra, rimasero a Cagliari le tre vesti: una casula, una dalmatica ed una tunicella, che con ogni probabilità ricoprivano il corpo o un simulacro-reliquia.
Anche il cinema ha rivolto la sua attenzione nei confronti di Sant’Agostino, declarando la sua immagine e l’impronta che ha lasciato attraverso le sue opere, gli studi e la Chiesa ha fatto sua gli indirizzi che sono stati tratti dalle opere del “Dottore della Chiesa”
Armando Cusa