«Una ferita che non ha mai smesso di sanguinare, un lutto che a distanza di 30 anni ancora non abbiamo elaborato e che, oggi più che mai, deve spingerci verso la ricerca della verità animati dal più profondo senso di rispetto per le famiglie, di cui alcune sarde, che ancora oggi, nel segno di quell’immenso dolore, chiedono giustizia.»
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, ricordando l’incidente del traghetto Moby Prince, di cui ricorre il trentennale, in cui persero la vita 140 persone tra personale e passeggeri. Entrato in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nelle acque del porto di Livorno, segna l’incidente più grave che dal dopoguerra a oggi ha interessato la Marina civile italiana.
«Ricordando le vittime e stringendoci virtualmente alle loro famiglie contribuiamo a tenere viva la memoria, ma la Storia ha bisogno di verità e solo quando questa verrà accertata potremo sentirci confortati nel profondo – ha aggiunto il presidente della Regione, che questo pomeriggio alle 15 parteciperà con un videomessaggio alla commemorazione organizzata dal comune di Livorno –. Ancora tanti, troppi, i misteri sulla dinamica dell’incidente, sulle comunicazioni intercorse, sullo svolgimento e la tempistica dei soccorsi. Sono passati 30 anni e i processi e le commissioni non ci hanno ancora restituito la verità. Ancora non è stata fatta chiarezza, ancora si attende giustizia. Un pensiero particolare ai passeggeri – donne, uomini, bambini – e ai membri dell’equipaggio del traghetto in servizio di linea tra Livorno ed Olbia che la notte del 10 aprile del 1991, in circostanze tutte ancora da chiarire, hanno trovato la morte. Tra quelle vittime c’erano 30 miei conterranei, ed era sardo il Comandante, Ugo Chessa, trovato morto al suo posto, in plancia.»
«Oggi anche la Sardegna chiede che attorno a questa immane tragedia venga fatta finalmente giustizia. L’istituzione di una nuova Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause del disastro del traghetto Moby Prince, che andrà a proseguire e integrare il lavoro fatto dalla Commissione precedente, è la testimonianza viva dell’urgenza di risposte di cui anche la politica sente il bisogno – ha concluso Christian Solinas -. Continuare a perseguire nella ricerca della verità è un dovere morale e un atto di responsabilità e di rispetto verso quelle vittime che ancora oggi attendono verità piena e giustizia.»