A San Sperate, con il patrocinio dell’amministrazione comunale, si è tenuto il convegno organizzato dall’Associazione La Sardegna verso l’Unesco “Nella terra del maestro Sciola – La Sardegna verso l’Unesco traccia la strada verso la Tentative List”.
Al dibattito, moderato dalla vice sindaca, Germana Cocco, sono intervenuti: Valentina Pistis per l’associazione, l’assessora alla Cultura Emanuela Katia Pilloni, l’archeologo Nicola Dessì e Maria Sciola, figlia di Pinuccio e Direttore Generale della Fondazione Sciola.
Germana Cocco: «La comunità di San Sperate è orgogliosa di unirsi alla “Sardegna verso l’Unesco” per dare la massima forza all’impegno perché la civiltà nuragica possa davvero diventare patrimonio dell’umanità dell’Unesco. L’obiettivo è straordinariamente ambizioso, ma la Sardegna merita davvero questo riconoscimento della sua antica identità che, non soltanto ci rende orgogliosi delle nostre radici, ma ci mette a disposizione straordinarie opportunità di sviluppo economico sostenibile. Per la comunità di San Sperate è ulteriore motivo di orgoglio l’interesse al progetto che oggi viene manifestato dalla Fondazione Sciola: siamo sicuri che su questo tema si troveranno forme di collaborazione che ancora una volta possano consentire allo spirito dell’opera del nostro grande concittadino Pinuccio Sciola di essere trainante per l’innovazione in Sardegna».
Emanuela Katia Pilloni: «La salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale di un popolo è un dovere civico individuale e collettivo. Da cittadina in primis e da assessore alla cultura, dunque, ogni azione finalizzata a questo scopo trova non soltanto entusiastica approvazione e vivo interesse, ma soprattutto impegno attivo e convinto. Tanto più in un paese votato alla cultura per tradizione e inclinazione, sulla scia di un maestro, Pinuccio Sciola, che lungi dal chiudersi nella sua roccaforte artista seppe aprirsi alla cultura vista come fatto endemico e caratterizzante del territorio, a partire proprio dall’archeologia che lo vide protagonista di un’importante scoperta archeologia nuragica e di una incessante operazione di sensibilizzazione del nostro patrimonio culturale. Spirito e intenti che si ritrovano intatti anche in questo convegno, alla luce di un’iniziativa condivisa bipartisan che speriamo possa arrivare felicemente in porto».
Valentina Pistis: «L’incontro di questa sera ha prodotto una sinergia straordinaria, la storia di Sciola e il patrimonio millenario nuragico non possono che essere legati da un filo sottile, la speranza è che tutte le relazioni intraprese con questo percorso fortemente voluto dalla comunità, porti prestissimo all’inserimento nella Tentative List».
Nicola Dessì: «Con i suoi oltre diecimila monumenti sparsi in tutto il territorio sardo, come nuraghi, tombe dei giganti, pozzi sacri e altri edifici, quella nuragica è la più rappresentativa di tutte le civiltà che si sono avvicendate nell’isola e nell’intero Mediterraneo occidentale. Tuttavia la Sardegna ed il suo patrimonio archeologico sono ancora delle grandi assenti dai libri di storia o presenti in maniera assai superficiale e spesso descritte con notizie obsolete ed errate. La strada intrapresa dall’associazione si rivela quanto mai necessaria per il suo riconoscimento ufficiale e di pieno diritto nel pantheon delle grandi civiltà del passato».
Il direttore generale della Fondazione Sciola ha tenuto una relazione dal titolo “Pinuccio Sciola, radici nuragiche e contemporanee”.
Maria Sciola: «Era il 1966 quando Aligi Sassu definì Pinuccio Sciola “un autentico creatore di forme, un erede degli antichi costruttori di nuraghi” e solo due anni dopo, forte delle sue radici intrinseche in questa terra di pietra e degli studi in giro per il mondo che Sciola da il via a quella autentica rivoluzione definita “Paese Museo”. Oggi più che mai necessitiamo di analizzare le nostre radici e valorizzare la nostra incommensurabile cultura».