Aprirà il 5 novembre, alle ore 16.00, la casa Museo chiamata “Is Pilattus” nel cuore del centro storico di Escolca, in via Roma 7; l’esposizione è stata possibile grazie ad un lavoro di recupero di una collezione formata grazie alla comunità locale: la maggior parte dei pezzi sono stati donati e prestati dalle famiglie del paese “con grande senso civico” racconta Federico Porcedda, Coordinatore del progetto di sviluppo culturale e turistico del piccolo centro del Sarcidano.
Il progetto di sviluppo locale mira alla creazione di un sistema museale locale che comprenda anche la Casa Seu (chiusa temporaneamente per lavori di messa in sicurezza) ed il villaggio di San Simone, insieme a tutto il territorio che ogni giorno vive storie, tradizioni e azioni uniche nel suo genere.
«Il progetto di sviluppo turistico culturale che si sta portando avanti nel territorio di Escolca – ha detto Eugenio Lai, sindaco di Escolca – ha una visione a lungo termine, e intende portare avanti attività di sviluppo della comunità locale, prevedendo una serie di iniziative legate a cultura, turismo, sviluppo sostenibile e networking, con il fine ultimo di creare un paese museo, contrastando lo spopolamento e valorizzando i piccoli centri della Sardegna centrale, attraverso attrattori materiali e immateriali.»
Escolca è un paese noto per le coltivazioni a carattere cerealicolo e olivicolo, che vengono favorite dal clima temperato di cui gode il paese. L’olivicoltura, in particolare, rappresenta per gli escolchesi il fiore all’occhiello della tradizione agricola, con gli oliveti che passano di padre in figlio fin dai tempi remoti. La varietà autoctona più diffusa e pregiata è la Mallocria, da cui proviene un olio di qualità così elevata da essere commercializzato in tutta la Sardegna e all’estero come prodotto tipico di qualità superiore.
Il progetto Escolca Museo a cielo aperto rientra tra le attività di sviluppo della comunità locale e prevede una serie di iniziative legate a cultura, turismo, sviluppo sostenibile e networking, con il fine ultimo di creare una vetrina, contrastando lo spopolamento e valorizzando i piccoli centri della Sardegna centrale.
Antonio Caria