Il cinema come arte, ma non solo. Anche quale strumento di conoscenza e informazione su temi che dovrebbero riguardare tutti come quelli legati all’ambiente e ai diritti umani. È questo lo spirito del festival Life After Oil, fondato da Massimiliano Mazzotta che lo porta avanti dal 2014 grazie al sostegno di diverse istituzioni tra le quali ha un ruolo fondamentale la Fondazione Sardegna Film Commission. La IX edizione del concorso si svolgerà a Villanovaforru, dall’anno scorso sede della manifestazione, da domani a sabato (20-24 settembre).
Sono 7 le sezioni competitive di questa edizione del festival: lungometraggi e mediometraggi ambiente, cortometraggi ambiente, lungometraggi e mediometraggi diritti umani, cortometraggi diritti umani, world panorama, animazioni, sperimentali. Per il concorso sono state selezionate 50 opere, sulle oltre 1.500 arrivate agli organizzatori da 94 Paesi diversi. Le proiezioni si terranno in piazza Costituzione a partire dalle 21.00.
Il programma della prima serata prevede come film inaugurale, dopo i saluti e la presentazione da parte del direttore artistico Massimiliano Mazzotta e del sindaco di Villanovaforru, Maurizio Onnis, il corto sperimentale iraniano “Still Life” di Sina Shafie. A seguire l’animazione francese “Combustible” di Betty Natale, Benoit Brissiaud, Louis Grossot, Pierre Picquot e Quentin Maillet ed il documentario “Black Tide” di Andres Posse e Stephanie Bates sui danni delle fuoriuscite di petrolio negli oleodotti in Colombia provocate dalle attività di gruppi di narcoterroristi.
Si proseguirà quindi con la fiction “Il turno” di Chiara Marotta e Loris Giuseppe Nese sul tema dell’assistenza sanitaria e l’evocativo “A Silence’s Performance”, dall’Iran, diretto da Fariba Ghasemzadeh Behnam e Mehdi Azari. A concludere la serata un altro corto sperimentale, “Why Life Ends?” diel turco Furkan Arslantas, e il mediometraggio canadese “Tin City Voices” dove Elijah Marchand mostra la vita in un ghetto di Georgetown, capitale della Guyana.