Il fascino misterioso del nuraghe Corvos, testimone silenzioso delle migliaia di storie che nel corso dei secoli si sono avvicendate intorno alle sue pietre monumentali, fa da sfondo mercoledì 7 settembre alla prima giornata di full immersion per Florinas in Giallo. Arrivarci è piuttosto semplice: dista circa sei chilometri dall’abitato di Florinas, sulla strada provinciale SP 97 e spicca nel paesaggio con la sua grande torre principale in pietra calcarea, restaurata in antichità con pietre in trachite scura che creano un suggestivo effetto di bicromia.
Sarà lo spiazzo antistante il nuraghe a fare da sfondo all’incontro (alle 20) con la scrittrice italo-americana Ben Pastor, una delle più apprezzate autrici di gialli storici, che arriva a Florinas in Giallo per presentare, dialogando con Enrico Pandiani, il suo nuovo libro “La sinagoga degli zingari” (Sellerio), nuovo capitolo della fortunata saga del detective e ufficiale della Wermacht Martin von Bora. E sempre sullo sfondo del nuraghe, il pianoforte di Andrea Pozza e la voce recitante di Massimo Russino ammalieranno i presenti con le note jazz dello spettacolo di parole e musica “Thelonius Monk – Jacques Prevert” (alle 21.00).
Ben Pastor, all’anagrafe Maria Verbena Volpi, è nata a Roma e vive negli Stati Uniti, dove insegna scienze sociali in numerose università. La sua produzione letteraria spazia in diversi generi, in particolare nel poliziesco storico, per il quale ha ricevuto riconoscimenti internazionali importanti come il Premio Flaiano ed il Premio Internacional de Nòvela Historica Ciudad de Zaragoza. È autrice della serie dedicata al detective Elio Sparziano, ambientata nell’Impero romano del IV secolo; di quella con protagonisti l’aristocratico Karel Heida ed il medico ebreo Solomon Meisl, che ha per sfondo Praga durante la Prima Guerra Mondiale; e, probabilmente la sua serie più amata dai lettori, la saga del detective e ufficiale della Wermacht Martin von Bora, iniziata con “Lumen” (1999) e di cui “La sinagoga degli zingari” costituisce il tredicesimo capitolo.
In “Thelonius Monk – Jacques Prevert” (alle 21.00) Andrea Pozza e Massimo Ruffino tessono un confronto dialettico impossibile ma allo stesso tempo affascinante tra due maestri nelle loro rispettive discipline: la poesia di Jaques Prévert ed il jazz di Thelonious Monk. Uno strano incontro concepito da Massimo Russino il quale durante la lettura di una raccolta di poesie dell’autore francese cominciò a sentire inaspettatamente le composizioni di colui che viene definito “the high priest of be- bop” ovvero il Sommo Sacerdote del jazz, come commento musicale perfetto e potente per ogni composizione del poeta francese.