Il “Canepa” di Sassari è tra i primi Conservatori in Italia ad adottare un regolamento per la carriera “alias” che tuteli e supporti allieve e allievi in transizione di genere. Grazie a questo provvedimento, gli iscritti potranno d’ora in poi vivere la carriera accademica in un ambiente di studio sereno, attento alla tutela della riservatezza e della dignità dell’individuo e idoneo a favorire i rapporti interpersonali improntati alla correttezza, al reciproco rispetto delle libertà e dell’inviolabilità della persona e dei suoi diritti umani fondamentali.
Il regolamento firmato dal presidente del Conservatorio sassarese Ivano Iai – da pochi giorni alla guida della Conferenza nazionale dei presidenti -, deliberato dal Consiglio di amministrazione e pienamente approvato dal Consiglio accademico, ricalca analoghi documenti già in uso in diverse Università e Accademie di belle arti, ma si distingue per alcuni aspetti innovativi: per avviare la carriera “alias”, all’utente basta comunicare con una semplice autocertificazione di aver iniziato un percorso di transizione – senza l’esibizione di documentazione medica come invece avviene in altri istituti – per consentire la rettifica dell’attribuzione di sesso e di conseguenza l’utilizzo di un nome diverso da quello anagrafico. La richiesta può essere presentata in qualunque momento del percorso di studi e accolta senza potere discrezionale dal Conservatorio. L’istituzione può attivare percorsi e gruppi tecnici di lavoro per supportare le esigenze dei richiedenti, anche mediante professionisti esterni. L’allievo o l’allieva che voglia avviare una carriera “alias” sottoscrive inoltre un accordo di riservatezza con il Conservatorio che avrà validità durante tutto il percorso di studi per cessare soltanto con la pronuncia del Tribunale sull’attribuzione di genere o con l’interruzione del percorso di transizione. Il nome e l’identità scelti dall’utente sono gli unici validi e ammessi all’interno del Conservatorio che deve obbligatoriamente uniformarsi in ogni sua componente – e in particolare tra i dipendenti – alla scelta del richiedente. In caso contrario è previsto l’avvio di procedimenti disciplinari.
«Le Istituzioni pubbliche, e in particolare quelle della formazione scolastica e accademica, debbono essere all’altezza di accogliere egualmente tutte e tutti, ben potendolo fare quando siano dotate di regolamenti interni capaci di riconoscere le diversità e abbattere in radice ogni forma di discriminazione – spiega il presidente Ivano Iai -. Insegnare significa anzitutto ascoltare e il regolamento “alias” è il risultato dell’ascolto attivo nel quale ogni componente della collettività accademica deve ritenersi ineluttabilmente coinvolto.»