La presentazione del festival è stata anche l’occasione per incontrare il nuovo direttore artistico Giuseppe Culicchia, tra più apprezzati scrittori italiani, che a Neoneli ha dedicato un racconto nel 2018 al seguito di una residenza artistica. A lui il compito di presentare il programma e soprattutto il tema conduttore della rassegna: Muri.
«È un tema di grande attualità che fotografa molto bene il nostro tempo – ha detto -. Se la caduta del Muro di Berlino ha rappresentato l’inizio di una fase di pacificazione, dialogo e apertura, gli anni che viviamo ci raccontano l’erigersi di nuovi muri, nuovi conflitti, nuove barriere. Ci sono poi i muri che non vediamo, quelli sociali, eredità di una pandemia che ci ha privati del contatto e della condivisione; e i muri generazionali, in un Paese in cui è sempre più ampio il divario tra chi è tutelato dai diritti conquistati nel tempo, e chi quei diritti se li è visti azzerare, grazie alla chimera di un precariato rivenduto come forma di libertà che invece impedisce ai più di immaginarsi, costruirsi un futuro.»
A declinare il tema del festival anche la mostra Il muro degli angeli, curata da Anna Rita Punzo.
«Il muro degli angeli – ha spiegato – è il nome dato da Alda Merini alle pareti della stanza da letto nella sua casa sui Navigli. Il ricordo di quegli ambienti e del sorriso della poetessa riemergono dalle fotografie dell’artista sarda Giusi Calia, che ebbe modo di conoscerla e di ritrarla. Da qui l’idea di realizzare un doppio racconto, che allarga lo sguardo a coloro che vennero confinati dentro i muri degli ospedali psichiatrici e a chi, come Alda Merini, è sopravvissuta a quella forma di detenzione. Autori e interpreti di questo progetto saranno due protagonisti dell’arte contemporanea sarda: Giusi Calia, appunto, e Ruben Mureddu, già protagonista di un progetto artistico nei locali dell’ex ospedale psichiatrico di Rizzeddu, a Sassari. Un’esperienza che ha portato alla realizzazione di 30 opere pittoriche che saranno visitabili a Neoneli».