Grande successo per l’evento dedicato all’Università di Nuoro promosso dall’associazione “Stazione Garibaldi”. All’incontro, che si è tenuto ieri 19 novembre presso la sede di Corso Garibaldi 195 nel capoluogo barbaricino, hanno partecipato numerose persone da tutte le parti della Sardegna, un chiaro segnale dell’interesse che ha suscitato l’iniziativa, nata con l’obiettivo di fare un’approfondita riflessione sull’Università di Nuoro, tra passato, presente e futuro.
A moderare il dibattito Antonella Canu, sindaca di Lodè, che ha introdotto e coordinato l’incontro, durante il quale sono stati affrontati diversi temi. «Il Consorzio per la promozione degli studi universitari a Nuoro è nato circa 30 anni fa, con lo scopo di contribuire ad uno sviluppo culturale, sociale ed economico delle zone interne della Sardegna – ha spiegato Caterina Loi, ex commissaria del Consorzio UniNuoro -. Poi, nel 2009, si è ritenuto doveroso iniziare il lungo percorso verso la Fondazione, che avrebbe consentito all’Università di avere un nuovo modello di gestione più efficace, creando una vera cerniera tra l’accademia e il territorio».
«La mia proposta di istituzione di una Fondazione di carattere regionale, all’interno della legge di riforma degli enti locali, è nata con l’intento di superare l’ostacolo del lungo commissariamento dei due storici consorzi, quello universitario e quello della Biblioteca Satta, sostituendolo con un governo stabile – ha affermato Roberto Deriu, consigliere regionale del PD -. Un passo indispensabile per dare una nuova veste giuridica ai consorzi, con un ruolo di primo piano che tutelasse nello stesso tempo le prerogative del Comune, della Provincia e della Regione, con l’importante coinvolgimento degli atenei sardi. Nessuno scippo al Comune, dunque, considerato che con l’istituzione delle Fondazioni i protagonisti potranno finalmente operare tutti insieme.»
Dello stesso avviso anche la consigliera regionale Elena Fancello: «La nuova forma giuridica dell’Università nuorese sarà l’occasione per il suo rilancio, attraverso l’analisi di punti di forza e di debolezza, con la definizione di una strategia adeguata ai tempi e alle esigenze attuali».
Al dibattito sono intervenuti anche Francesco Mola, Rettore dell’Università di Cagliari, e Gavino Mariotti, Rettore dell’Università di Sassari.
«Avere un vero ateneo sul territorio significa crescere insieme – ha detto Francesco Mola –. Per non restare indietro rispetto agli altri atenei, è fondamentale costruire un modello universitario per Nuoro, che possa interfacciarsi e confrontarsi nel panorama europeo.»
Gli ha fatto eco Gavino Mariotti: «Ora è doveroso capire strategicamente come rilanciare il processo di valorizzazione dell’Università nuorese, attirando risorse umane anche da altre parti d’Italia e d’Europa».
L’incontro è stato chiuso dall’intervento di Angelo Rojch, ex presidente della Regione Sardegna: «Oggi bisogna delineare il futuro dell’Università di Nuoro, uscendo dalle secche e dagli schemi di un ateneo chiuso nell’ambito locale ma che si sappia aprire al mondo. Questo deve essere l’obiettivo da perseguire, un interesse comune, strategico, che pensi al futuro dei giovani, di Nuoro e di un territorio intero».