«Il Coronavirus non è riuscito a fermare nei circoli sardi la celebrazione di “Sa die de sa Sardigna”. Per i sardi emigrati sarà ancora ‘festa’ e lo sarà ancora di più, nonostante l’emergenza e l’impatto antisociale del Coronavirus.»
Lo scrive, in una nota, Enzo Cugusi, presidente dell’Associazione dei Sardi in Torino “A. Gramsci”.
«Nel mondo dell’emigrazione è sempre vivo, infatti, l’impegno per la riscoperta e la valorizzazione della storia e quindi della cultura e dell’identità del nostro popolo – aggiunge Enzo Cugusi -. Non sarà, comunque, un 28 aprile come gli altri questo del 2020. “Sa die de sa Sardigna” sarà quest’anno una festa particolare, da vivere a casa. Nella consapevolezza che è il mondo dell’emigrazione il luogo dove più si valorizza la storia e quindi la cultura e identità del nostro popolo, l’Associazione dei Sardi in Torino “A. Gramsci” ha deciso di far girare on line due lavori digitali che aiutino a ricordare gli eventi e i protagonisti della “Sarda rivoluzione”.»
«L’intento è quello di rafforzare il sentimento di unità e l’importanza di restare connessi con la identità sarda.
Agli storici e alle personalità della cultura e della politica il circolo ha chiesto un pensiero che è stato raccolto in un primo volume antologico. Preceduto dalla prefazione di Alessandra Zedda, assessore regionale del Lavoro, dal politico al giornalista, dall’accademico al musicista, ognuno ha contribuito alla nascita del libro con riflessioni e considerazioni che rappresentano un importante momento di memoria e celebrazione collettiva. I nomi sono di rilievo e di sicura professionalità: Aldo Accardo, Vito Biolchini, Massimo Dadea, Federico Francioni, Paolo Fresu, Danilo Lampis, Gianni Marilotti, Nicolò Migheli, Antony Muroni, Tonino Mulas, Ottavio Olita, Mariangela Sedda, Elvira Serra, con il secondo volume “La sarda rivoluzione” è stata raccontata per immagini. Agli affreschi e murales, che ben rappresentano l’epica dei combattimenti, sono state accostate alcune vignette satiriche per meglio esprimere i sentimenti che hanno mosso il popolo alla ribellione. Un capitolo a parte è dedicato ai protagonisti della rivoluzione e alle loro qualità morali, capacità o limiti caratteriali. Nel volume – conclude Enzo Cugusi – sono state inoltre raccolte le locandine che hanno accompagnato le iniziative dedicate nel tempo a “Sa Die de sa Sardigna” nelle città, paesi e circoli sardi. Da un circolo di emigrati, in definitiva, arriva un contributo volto e un incitamento alla riscoperta e riappropriazione dell’identità storica del popolo sardo.»