Nonostante tutto. Il persistere del Covid non ha fermato Cada Die Teatro: la storica compagnia cagliaritana, infatti, non ha rinunciato a organizzare la quinta edizione del festival TRANSISTOR, che vale un biennio, quello 2020-2021. Anzi, nei mesi scorsi, sotto la consueta direzione artistica di Mauro Mou, il team che lavora alla manifestazione dedicata ai giovani e ai nuovi linguaggi – Transistor nasce con l’idea di coinvolgere attivamente i ragazzi nelle attività creative (ideazione, costruzione e realizzazione degli eventi) e in quelle legate a ruoli di organizzazione – ha operato, seppure a distanza, con passione e tenacia per poterla comunque realizzare.
Organizzato in collaborazione con l’associazione Cultarch, ogni anno il festival prova a sviluppare un tema legato all’adolescenza, ai valori della cultura, dell’arte, della condivisione, al rispetto dei luoghi, dell’ambiente. Nelle ultime edizioni si è parlato di memoria ed emozioni (“Nuove generazioni e.mo.ti.con – memoria emotiva”, il sottotitolo), poi di autonomia e libertà (“Nuove generazioni – Independent Beat”).TikTokAntigone è il filo conduttore dell’edizione 20/21: ancora nuove generazioni, ancora social media, TikTok, ormai superconosciuto e superutilizzato, uno dei social sulla cresta dell’onda, in sintonia con i linguaggi oggi adottati dai giovani, con il mito greco di Antigone focus del festival, per un programma che si articola fra i mesi di gennaio e febbraio, con una coda significativa fra i prossimi maggio e giugno.
Le parole chiave di Transistor quest’anno sono ribellione, teatro e adolescenza. Che spesso coincide con il periodo in cui per i ragazzi comincia il naturale processo di allontanamento dalla famiglia e, in generale, da tutti quei meccanismi imposti che rappresentano l’autorità. È il momento di tracciare nuovi confini, di imparare dalle esperienze di prima mano, da soli, e di provare a scrivere nuove regole. Disobbedienza e ribellione diventano per i giovani sinonimo di libertà e voglia di essere in qualche modo protagonisti di un mondo diverso.
E Antigone, eroina dell’omonima tragedia di Sofocle, figlia del rapporto incestuoso fra Edipo, re di Tebe, e sua madre Giocasta, sorella di Ismene, Eteocle e Polinice, è diventata il simbolo del lavoro svolto con Mauro Mou dai ragazzi del gruppo “Cuori di panna smontata” della Scuola di Arti Sceniche della Vetreria. Lo studio su Antigone è partito circa un anno fa e già nella scorsa estate ha dato come frutto uno spettacolo, “Sporchi di polvere”, il cui primo studio è andato in scena al Festival dei Tacchi 2020.
La giovane Antigone (che compare nella mitologia greca come colei che premurosamente accompagna il padre cieco in esilio, quando questi è espulso da Tebe, e con lui giunge in Attica a Colono, dove Edipo muore) sfida il potere e sacrifica la vita pur di assicurare al corpo del fratello Polinice la sepoltura che il re di Tebe, Creonte, non vuole concedergli per motivi politici. Il suo gesto coraggioso, e le motivazioni nobili che lo ispirano, hanno fatto di lei un simbolo dell’emancipazione femminile e della libertà di coscienza contro ogni sopraffazione.