Dalle lotte studentesche all’impegno nelle istituzioni. Per oltre 40 anni Luigi Cogodi è stato uno dei principali protagonisti del panorama politico sardo segnando indelebilmente alcuni dei passaggi cruciali della storia autonomistica. Alla sua figura è dedicato il libro “Luigi Cogodi, il verde + rosso” presentato questa mattina nel Transatlantico del Consiglio regionale. Il volume, pubblicato da Janus editore, è curato da Alberto Sechi (uno dei più stretti collaboratori di Luigi Cogodi) con introduzione di Massimo Dadea e postfazione di Giulio Angioni. Il libro propone una lunga intervista realizzata da Alberto Sechi nel 2011 in vista di un’imminente scadenza elettorale sui temi dell’ambiente, del lavoro, dell’autogoverno e della rinascita.
«Questo scritto non venne pubblicato per l’insorgere di una lunga crisi, non solo fisica che allontanò Luigi dalla politica – ha detto Alberto Sechi – oggi abbiamo ritenuto giunto il momento della pubblicazione, non solo per l’occasione dell’80° anniversario della sua nascita ma anche perché la Sardegna attraversa una temperie simile a quella di 10 anni fa con la sinistra di nuovo al governo.»
Una decisione condivisa dai familiari: «Mio padre non amava le commemorazioni – ha detto il figlio Elia – questo libro però è la conferma che le cose fatte hanno ancora un senso. La politica ha riempito tutti gli spazi e anche l’aria della vita familiare. I pranzi erano l’occasione per discussioni infinite. Il senso della giustizia di mio padre, la sua attenzione verso gli ultimi, il suo credo in un modello sociale alternativo mi hanno convinto che, contrariamente a quanto disse qualcuno, non è vero che dal legno storto non può nascere mai qualcosa di diritto.»
La politica, dunque, come passione totalizzante dell’intera esistenza di Luigi Cogodi. Non a caso, per la prima presentazione del volume, la scelta è caduta sul Consiglio regionale, la sua principale casa politica che lo vide ricoprire la carica di consigliere per 4 legislature (dal 1979 al 2004 con un sola interruzione tra il 1994 e il 1999): «Tutti qui si ricordano di lui – ha detto il presidente del Consiglio Piero Comandini – il “rosso” che faceva rumore, un politico che ha lasciato un segno importante con le sue leggi in materia urbanistica e di politiche per il lavoro. provvedimenti lungimiranti e ancora attuali. Oggi, in questa politica, ci sarebbe bisogno di persone come lui».
Pensiero condiviso dall’assessora regionale della Cultura Ilaria Portas: «Sono onorata di essere qui come membro della Giunta e donna di sinistra – ha detto – è importante oggi conoscere il suo percorso politico. Un esempio che può aiutare la nostra generazione a fare nuove rivoluzioni. Dal suo insegnamento possiamo prendere spunto per avviare un nuovo Congresso del popolo sardo e fare un tagliando alla nostra autonomia».
Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha ricordato il primo incontro con Cogodi quando era ancora bambino: «Lo incontrai con mio padre proprio qui in Consiglio – ha detto Massimo Zedda – poi l’ho ritrovato da adulto. E’ stato un mio grande sostenitore, insieme a Gianluigi Gessa, nella mia prima campagna elettorale per il comune di Cagliari. Le sue battaglie sul fronte del lavoro e dell’ambiente sono sempre attuali: si deve a lui e al suo contributo da consigliere comunale negli anni 70 se oggi Cagliari può godere di presidi ambientali all’interno della città come i parchi di San Michele e Monte Claro».
Massimo Dadea (ex assessore degli Affari generali della Giunta Soru), che di Luigi Cogodi è stato compagno di partito nel Pci, ha sottolineato l’attualità del pensiero di Luigi Cogodi «capace di vedere lontano e, molto spesso, prima degli altri». «Luigi era deluso per come si è realizzata l’Autonomia – ha detto Massimo Dadea – intesa come mera rivendicazione economica e poca attenzione al tema dell’esercizio dei poteri previsti dallo Statuto. Oggi la sua lezione può tornare utile, la sua lotta contro la cementificazione delle coste rappresenta un modello per combattere le speculazioni in atto sul fronte delle energie rinnovabili».
Per raccogliere l’eredità di Luigi Cogodi, secondo Massimo Dadea, serve una nuova fase costituente che si concentri su due interventi: una legge statutaria elettorale che elimini l’attuale sistema antidemocratico e la riscrittura dello Statuto. «Per questo però serve un’azione forte del Consiglio regionale che coinvolga tutta la società sarda».
Dell’originalità del pensiero di Luigi Cogodi e del suo approccio pragmatico verso le questioni più rilevanti che investivano la società sarda ha parlato anche l’ex presidente della Regione Antonello Cabras: «Luigi era una figura sgradita al Palazzo, non perché sosteneva tesi antagoniste ma per il modo in cui le elaborava e le proponeva. Questo lo metteva inevitabilmente al centro della scena». Un protagonismo che faceva ombra ad altre cariche della politica sarda. In molti lo soffrivano e, in qualche modo, tentavano di frenarlo. «Durante la Giunta Melis fu prima assessore all’Urbanistica e poi al Lavoro – ha ricordato Antonello Cabras – fu lui a proporre la prima legge “salva-coste” che portò alla demolizione di molte costruzioni abusive sui litorali. Fu poi spostato all’assessorato del Lavoro dove ideò il Piano straordinario per l’occupazione. Al contrario di quanto in molti pensavano non fu però un radicale irragionevole ma un cultore della sintesi».
Il volume nei prossimi giorni sarà nelle librerie di tutta la Sardegna.