Il primo degli eventi internazionali delle celebrazioni deleddiane si è svolto in Grecia, in un luogo simbolico anche per la città dove è nata l’autrice di Canne al vento, quella Nuoro spesso definita, per il suo tumulto culturale e di pensiero, “l’Atene della Sardegna”. All’ombra del Partenone, la scrittrice sarda è stata ricordata in occasione di un seminario organizzato dal Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana dell’Università Nazionale e Capodistriaca di Atene, il Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università degli Studi di Cagliari, il Comitato Istituzionale della Provincia di Nuoro e della Regione Autonoma della Sardegna e, appunto, l’Istituto Italiano di Cultura di Atene.
Francesco Neri, Direttore Istituto Italiano di Cultura di Atene, nei suoi saluti ha ricordato come la cultura italiana sia ben rappresentata dalla Deledda: «È un onore per il nostro Istituto ospitare questa due giorni di studio in collaborazione con le università». Susanna Schlein, Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia ad Atene, dal suo canto ha sottolineato come il 2022 sia stato l’anno delle donne: «Grazia Deledda rappresenta la Sardegna, terra di grande storia e cultura». La diplomatica ha ricordato come la sede di Atene debba essere considerata a tutti gli effetti la casa dell’Italia in Grecia.
Anthony Muroni (Direttore artistico del Comitato per le Celebrazioni dei centocinquanta anni di Grazia Deledda) ha posto l’accento sull’importanza del confronto tra le università di tutto il mondo, gli Istituti Italiani di Cultura e, in generale, tra tutti i soggetti che a vario titolo sono chiamati a diffondere la cultura. «Questo confronto è l’elemento centrale del messaggio che il comitato per le celebrazioni deleddiane ha voluto offrire nel corso di un anno ricco di appuntamenti. In questo modo abbiamo voluto non tanto commemorare la scrittrice ma, semmai, rivitalizzare la sua opera e il suo ruolo di donna.»
«La circolazione delle idee e il confronto didattico sono fondamentali per l’Università di Cagliari». Lo ha detto Duilio Caocci (Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali) che ha aggiunto: «Portare la Deledda nella culla della cultura classica e confrontarsi con i colleghi dell’Accademia di Atene sulle modalità di insegnamento contribuisce a rafforzare la presenza di una scrittrice che, al di là del Nobel e delle celebrazioni per i 150 anni dalla sua nascita, rivendica la sua attualità».
La prima parte del seminario è stata dedicata ai romanzi di Grazia Deledda, in un affascinante parallelo tra il tempo in cui ha vissuto l’autrice e quello attuale. La sessione è stata coordinata da Ioannis Tsolkas (Dipartimento di Lingua e Letteratura italiana, Università Nazionale e Capodistriaca di Atene) che ha voluto offrire ai presenti un suo ricordo personale: «La Sardegna mi ha regalato la conoscenza di Gramsci e Deledda, grazie a loro cambiai il mio corso di studi da Legge a Lettere. Profondità ed elaborazione, il loro tratto comune».
Apprezzati gli interventi delle docenti Ioanna Tyrou e Tania Sanna, che hanno raccontato delle modalità di insegnamento dei moduli su Deledda nell’Università greca.
La seconda sessione del seminario, coordinata da Duilio Caocci, è stata dedicata alle novelle, ai carteggi e all’autobiografia della scrittrice nuorese. Sono intervenuti Andrea Cannas (Il racconto è un inganno giocato col tempo. L’urgenza della scrittura in Grazia Deledda), Ilaria Muggianu Scano (Dalla tradizione alla modernità senza tradimento delle radici. Un viaggio socio semiotico nel carteggio di Grazia Deledda), Sonia Manfrecola (Una Sardegna magica: tradizione e innovazione nei racconti fantastici “dimenticati” di Grazia Deledda) e Laura Medda (La conquista di uno sguardo per intima vocazione d’arte. Cosima quasi Grazia).
La chiusura della giornata è stata affidata ad Anna Cristina Serra che ha dialogato con Laura Medda e Duilio Caocci sul tema della poesia sarda contemporanea.