«Il valore del libro non dovrebbe misurarsi sui dogmatismi degli indici di mercato. Al di là di valori statistici e freddi algoritmi, occorre restituire dignità e merito ai contenuti, che devono rappresentare la spinta fondamentale.»
Con queste parole la presidente degli Editori sardi, Simonetta Castia, ha parlato alla platea del Lingotto nella giornata d’apertura del Salone internazionale del libro di Torino, unica donna tra i relatori dell’incontro “Più letti o più venduti?”, dedicato al rapporto tra indici di vendita e lettura coordinato dall’AIB.
Sul palco della Sala Magenta, nel Padiglione 3, Simonetta Castia è stata invitata a rappresentare l’aspetto pluralistico ela bibliodiversità offerta dalle produzioni librarie delle case regionali, al fianco del vicedirettore del Salone di Torino, Marco Pautasso, e di altri big del mondo dell’editoria come Enzo Borio, membro del comitato nazionale AIB, Piero Attanasio, responsabile del Centro Studi dell’AIE, e Maurizio Vivarelli, docente di Biblioteconomia all’Università di Torino.
La presidente AES, che all’interno di ADEI rappresenta il gruppo delle associazioni regionali, ha fatto notare come l’editoria libraria a carattere locale possa giocare un ruolo fondamentale: «In questo contesto può emergere tutto il valore e il ruolo dei piccoli editori, riassegnando quella che è la funzione implicita di bene essenziale del libro, che non è quella di un prodotto meramente commerciale».
Altra considerazione è stata rivolta al rapporto tra le infrastrutture culturali, nell’ottica di favorire politiche di rete. Un progetto basato sull’analisi della fruizione del libro, quindi sulla lettura e non sui dati d’acquisto può inoltre indurre i piccoli editori a orientarsi e riqualificarsi in questo panorama così parcellizzato delle vendite, per rivedere il proprio prodotto soprattutto in funzione del lettore. Un discorso che andrà avanti grazie alla disponibilità data dal gruppo regionale di ADEI.
Tra i 715 editori presenti al Lingotto per l’edizione dedicata a Dante, i dodici sardi l’AES accolgono i visitatori negli spazi del Padiglione 2, promuovendo l’immagine della Sardegna nel mondo grazie anche al prezioso contributo della Fondazione di Sardegna. A inaugurare gli incontri con gli autori per la sezione “Tra isola e mondo” è stata la presentazione del fresco volume dedicato ai “Gioielli del Romanico. Le Basiliche di Ardara, Borutta, Codrongianos” assieme alla “Carta degli itinerari del Romanico della Sardegna”, edito da Carlo Delfino. A illustrare i contenuti del volume assieme a Delfino sono stati gli autori, il fotografo Paolo Barone e l’archivista Stefano Alberto Tedde in compagnia di Mario Tosco del Politecnico di Torino, e Giuseppe Cappai presidente di Focus Europe. Nell’incontro è stato evidenziato come il romanico sardo presenti una dimensione autonoma, con influssi, oltre che pisani e genovesi, addirittura iberici, se non arabi. Il libro, che presenta immagini di straordinaria qualità, ha le caratteristiche per superare i confini del mare, con testi bilingue italiano-inglese. La pubblicazione è coordinata da Focus Europa con il coinvolgimento degli “Amici della Basilica di Saccargia” ed il finanziamento della Fondazione di Sardegna.
In serata l’editoria sarda si è spostata negli splendidi spazi del Palazzo Ceriana Mayneri, dove la casa editrice Ilisso di Nuoro ha presentato l’evento “La Storia della Olivetti parla Sardo. Nivola, Pintori, Fancello, Tavolara”. In questo luogo dal valore fortemente simbolico per la comunicazione, in quanto sede del Circolo della Stampa di Torino, sono intervenuti Enrico Bandiera, direttore Associazione Archivio Storico Olivetti, Caterina Cristina Fiorentino, professore associato, dipartimento architettura e disegno industriale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, e Antonello Cuccu, architetto, designer, responsabile settore mostre Ilisso. Nell’analizzare i patrimoni documentali Olivetti e Ilisso, e quindi approfondire i valori umani che sono fondamentali nel mondo del lavoro e dell’impresa, sono emerse storie di personalità di spicco sarde che contribuirono, con il loro apporto di idee e talento, a incidere nella storia di una delle più importanti aziende al mondo. A fine serata è stato proiettato il docufilm “The sand man” realizzato per la Ilisso da Enrico Pinna ed Andrea Mura.