Fondi per le manifestazioni fieristiche e la promozione dell’editoria: quale utilizzo da parte della Regione? A chiederselo con una certa preoccupazione sono i vertici dell’Associazione Editori sardi che, dopo mesi di sollecitazioni e appelli all’indirizzo di viale Trieste, al momento attendono ancora un segnale da parte dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu.
«Il silenzio è divenuto assordante nelle ultime settimane, in seguito alla notizia della pianificazione di manifestazioni culturali che vedrebbero al momento esclusi proprio i naturali destinatari di legge, cioè gli stessi editori, dalle scelte politiche ed istituzionali.»
«Essendoci giunta l’eco di un evento di promozione dell’editoria sarda a Tempio Pausania – afferma in una nota il direttivo AES – ci siamo rivolti all’amministrazione comunale, che ad oggi non ha dato riscontro, nonostante il vicesindaco avesse auspicato, già dal mese di febbraio, la riedizione della fiera svoltasi lo scorso anno. Allo stesso tempo abbiamo anche potuto apprendere, per bocca dello stesso assessore Biancareddu, intervenuto in conferenza stampa, come l’assessorato sia riuscito a mettere da parte lo stesso importo del 2019 per l’organizzazione di un festival letterario da tenersi in città, durante i mesi estivi. È notizia recente l’assegnazione di questo contributo ad un’associazione tempiese per una rassegna letteraria che avrà luogo a fine agosto, evidentemente non correlata alla promozione dell’editoria sarda.»
Le aziende stanno ancora pagando gli effetti del lockdown con danni economici rilevanti. Prova ne sia che la legge salva-imprese n. 22, recentemente approvata dal Consiglio regionale, individua nell’editoria libraria uno dei settori gravemente penalizzati dal Covid, tanto da porsi il problema della sua sopravvivenza, e con essa della testimonianza più fedele e autentica dei diversi saperi e delle molteplici identità culturali.
«Dal mese di marzo in poi – si legge nella stessa nota – sono stati avanzati in Assessorato numerosi appelli ed articolate richieste a nome delle oltre trenta aziende editrici attive in Sardegna. Appelli sfociati in forme di sostegno diretto alle attività di promozione delle realtà locali, a seguito della decisione di rimodulare parte delle risorse destinate alla promozione editoriale sarda in ambito nazionale e internazionale, preferendo [la Regione] supportare le aziende editrici locali nell’attività di promozione delle novità editoriali librarie.»
La misura si è resa possibile a seguito della sospensione del Salone del libro di Torino, e per l’impossibilità di programmare e realizzare a medio termine attività fieristiche, anche a livello locale. In questo modo sarà possibile compensare lo scarso sostegno offerto dalle poche risorse ordinarie iscritte in bilancio, peraltro fortemente limitate nella loro sfera di applicazione, perché vincolate, nei criteri, a parametri del tutto superati e fuori mercato.
«L’intervento straordinario offerto dalla Regione, pure apprezzabile – lamentano gli editori – non appare sufficiente dal punto di vista economico, per via del budget limitato.»
Per tutte queste ragioni, l’AES ha più volte formulato la richiesta di destinare alle case editrici le ulteriori risorse iscritte nel bilancio, destinate allo svolgimento di manifestazioni fieristiche nel territorio regionale, sulle quali, peraltro, non c’è stata alcuna interlocuzione né compartecipazione programmatica con l’assessore, al quale, in questi lunghi cinque mesi di emergenza, sanitaria e economica, i vertici dell’associazione hanno più volte descritto lo stato di sofferenza delle aziende e la necessità di un sostegno robusto e tempestivo, soprattutto all’interno del tavolo editoriale istituito dalla Regione.»
«Ci sfuggono i motivi per i quali non sia più stato consentito alle case editrici e all’AES un confronto diretto sulle linee politiche da adottare – affermano gli editori – e ci duole constatare che questo ostinato silenzio e l’assenza totale di dialogo da parte dell’assessore Andrea Biancareddu potrebbe portare a delle scelte poco meditate, perché non confortate da un confronto diretto con le parti interessate, ossia gli editori sardi».
Considerate le premesse, visto il ruolo strategico di rappresentanza sindacale e di rilevante apporto progettuale dato dall’AES e dalle case editrici indipendenti sarde, appare ancora più grave e del tutto
incomprensibile la volontà di escludere i naturali destinatari di legge dalle scelte politiche e istituzionali.
Le richieste: «Ci preme a questo punto sapere se la Regione sia realmente intenzionata a utilizzare i fondi previsti in bilancio per manifestazioni fieristiche locali da organizzarsi secondo i criteri che rispondono alla legge 22, che per noi restano stringenti perché espressamente collegati alla promozione esclusiva delle opere edite in Sardegna. Chiediamo di essere finalmente messi al corrente di quanto sta accadendo, e di essere tranquillizzati o smentiti sui nostri dubbi di utilizzo improprio delle risorse. Sarebbe una vera beffa se esse venissero affidate in gestione ad amministrazioni comunali per eventi privi nell’immediato di ricadute economiche, anziché al comparto produttivo, già duramente provato in questo terribile anno».