«Ancora una volta sottolineiamo il valore della memoria come un patrimonio delicato e prezioso per la nostra crescita. Gli archivi sono il luogo della memoria per eccellenza, che custodiscono il nostro passato. Raccontano i fatti accaduti nella nostra terra, le vite delle donne e degli uomini illustri che hanno scritto le pagine della nostra storia. Questo archivio è, e sarà sempre di più, uno strumento prezioso per ricostruire una parte della storia culturale della Sardegna tra il XIX e il XX secolo. Raccoglie documenti relativi ad avvenimenti che si sono succeduti nel tempo, importanti sia per la tutela archeologica che per quella monumentale e storico artistica, che testimoniano l’impegno straordinario di generazioni di funzionari e studiosi per la salvaguardia, lo studio e la divulgazione del nostro patrimonio culturale.»
Così l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai è intervenuta alla presentazione dei risultati del riordino dell’Archivio storico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e sud Sardegna, tenutasi, questo pomeriggio nella sala convegni dell’Archivio di Stato di Cagliari, a compimento del censimento di consistenza relativa alla documentazione compresa tra il 1838 e il 1982, che ha portato da 112 a 897 i faldoni e i fascicoli consultabili, riservando non poche sorprese, tra cui l’epistolario dell’archeologo Antonio Taramelli, le note di Filippo Vivanet alla guida del Regio Commissariato dei Musei e Scavi di Antichità, o la documentazione degli scavi del giovane Giovanni Lilliu, impegnato nel ruolo di Ispettore della Soprintendenza.
«L’auspicio – ha concluso l’assessore del Lavoro – che la proficua collaborazione già avviata tra la Regione e la Sovrintendenza diventi un metodo per la formazione delle nuove professionalità della ricerca e della valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico.»