Un grande ritorno in pubblico per un grande evento organizzato dall’Università di Aristan che giovedì 18 luglio, alle ore 20,30, presso la sala conferenze del Seminario arcivescovile in via Monsignor Cogoni 9 a Cagliari presenta Antonangelo Liori in “La Commedia Traslucida”, un viaggio inedito e privato nei misteri del sommo capolavoro di Dante. Una lezione che si articola su più livelli, con l’intervento del critico letterario, cinematografico e musicale Fabio Canessa e il contributo del filosofo Silvano Tagliagambe che chiuderà l’incontro con una pillola epistemologica.
La lezione fonde in un unico emozionante flusso narrativo, letture, musica, memorie personali e incursioni nell’arte figurativa, per regalare ai partecipanti un affresco multicodice posizionato su una timeline dinamica e avvincente.
Al centro dell’incontro la lettura di due canti della Divina Commedia: uno dell’Inferno – il Conte Ugolino – e l’altro del Paradiso (il canto XI) sulla biografia di San Francesco, secondo un personalissimo spartito dove Antonangelo Liori raccorda e restituisce al presente la narrazione di suo padre Albino che ogni notte leggeva ai figli un canto della Divina Commedia, in italiano, spiegandolo poi in lingua sarda. Nei versi di Dante si innesta quindi la potenza di un sapere radicato e antico che trascende qualsiasi scuola: «Mio padre Albino – racconta Antonangelo Liori – aveva la seconda elementare ma conosceva la Divina Commedia a memoria». Matrici storiche e antropologiche si intrecciano, forgiando un universo in cui dalla più autentica e ancestrale saggezza dell’essere umano, sboccia una cultura spontanea che permea i valori del quotidiano di generazioni intuitive, sveglie e intelligenti.
Nella lezione poi, Inferno e Paradiso trovano la loro trasposizione nell’arte figurativa attraverso l’accostamento dei versi a due famosi dipinti: “La calunnia” del Botticelli per quanto riguarda il canto dell’Inferno e la pala di Brera (la Madonna dell’uovo) in riferimento al canto del Paradiso. Un excursus trasversale che coglie scintille di similitudini e rimandi in un unico grande respiro che vibra tra le sorti buone e cattive dell’umanità, di ieri e di oggi. In conclusione, sarà la Venere del Botticelli con la sua “nascita” a delineare lo scenario del futuro, sotto i migliori auspici.
Dalle grandi opere pittoriche alla musica, Antonangelo Liori declina infine Dante con “La mia morte brami” di Carlo Gesualdo per il canto sull’Inferno e il “Concerto n. 4” di Baldassarre Galuppi per archi per quanto riguarda il Paradiso. La lezione si chiude con la settima frase di Ornitology di Charles Parker, un mascheramento bepop proprio su Carlo Gesualdo attraverso la mediazione di How High the Moon, un jazz standard composto da Morgan Lewis.
Dopo una lunga assenza, con “La Commedia Traslucida” Antonangelo Liori torna con indomabile gioia tra il pubblico, facendo splendere più che mai il suo genio. La sua enorme cultura, supportata da una memoria prodigiosa, da sempre gli consente di vivere un presente sincronico nel quale si muove con sconcertante disinvoltura tra i contemporanei e i grandi del passato. Un uomo dalla vita avventurosa, travolgente, tragica ma anche costellata di immensi riconoscimenti, che coi versi di Dante sussurra alle orecchie dell’uomo contemporaneo la fiducia nel compimento del giusto.