Quali competenze deve avere un buon insegnante per favorire l’inclusione scolastica, l’apprendimento e la socializzazione dei ragazzi con bisogni educativi speciali? E qual è il ruolo delle nuove tecnologie nel conseguimento di tali obiettivi? Sono le domande da cui si sviluppa un importante progetto di ricerca pluriennale che vede protagonista l’Università di Sassari, nel ruolo di capofila, insieme alle Università di Verona e di Parma. Finanziato dall’Unione Europea con un importo complessivo di 100.000 euro, attraverso i fondi messi a disposizione dal PNRR per i progetti di rilevante importanza nazionale (PRIN). Il progetto TASCLE (acronimo di Training Pathway Addressed to Support and Curricular teachers of secondary Level’ school) vede impegnati dieci ricercatori esperti, provenienti dalle tre università partner. A coordinarli, nel ruolo di principal investigator, il prof. Filippo Dettori, direttore del corso per la specializzazione degli insegnanti di sostegno dell’ateneo turritano. Coinvolte nella ricerca anche Giusy Manca, Valentina Guerrini, Luisa Pandolfi e Barbara Letteri dell’Università di Sassari.
TASCLE ha come obiettivo la costruzione di un percorso formativo per gli insegnanti di sostegno e disciplinari della scuola secondaria di primo e secondo grado, che li supporti nel compito di favorire l’inclusione degli alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o bisogni educativi speciali. Il progetto, guidato dall’Università di Sassari, coinvolgerà 300 insegnanti e 1.500 studenti di 30 scuole secondarie di I e II grado della Sardegna, del Veneto e dell’Emilia Romagna. Partito a settembre 2023, in una prima fase, TASCLE ha impegnato i ricercatori nella ricognizione e nell’analisi della letteratura esistente, in lingua italiana e inglese, sulla tematica dell’inclusione dei ragazzi con bisogni educativi speciali.
«Si è poi passati – spiega il professor Filippo Dettori – all’elaborazione di un questionario, che è stato sottoposto online ai docenti, con quesiti sulle competenze che, secondo la loro percezione, dovrebbe possedere un buon insegnante inclusivo e sui percorsi formativi utili a ottenerle. Un altro focus importante, nel questionario, è il ruolo delle nuove tecnologie all’interno del percorso didattico. La ricerca è mirata a conoscere la situazione attuale all’interno delle scuole, capire cosa funziona e cosa non funziona, che difficoltà incontrano quotidianamente gli insegnanti nell’attuare una didattica inclusiva, che supporti i ragazzi con bisogni educativi speciali nell’acquisizione di competenze utili non solo in classe, ma anche nei rapporti con la famiglia, gli amici e nella ricerca di una occupazione.»
Il progetto TASCLE prevede anche una terza fase conclusiva. Una volta raccolti i questionari compilati dagli insegnanti, inizierà infatti la sperimentazione delle buone pratiche emerse all’interno delle scuole e gli esiti della ricerca saranno messi a disposizione degli insegnanti attraverso pubblicazioni cartacee e digitali. Il fine del progetto condiviso delle Università di Sassari, Verona e Parma, conclude il principal investigator, è «dare a tutti gli insegnanti, anche a quelli che si sono specializzati tanti anni fa, o che magari non si sono specializzati per niente, l’opportunità di entrare a contatto con gli esiti della ricerca scientifica, attraverso un vademecum delle competenze indispensabili per un insegnamento inclusivo».