Cala il sipario sulla settima edizione di CineMartist, rassegna che si è svolta a Martis dal 26 al 28 settembre. L’evento, organizzato dal Comune di Martis con il supporto della Regione Sardegna, della Fondazione Sardegna Film Commission in collaborazione con l’associazione Hypergamma e l’Accademia di Belle Arti di Sassari, ha offerto tre giornate di proiezioni, mostre d’arte contemporanea e approfondimenti che hanno coinvolto registi, artisti e il pubblico in un viaggio tra cinema, tradizioni locali e scambi culturali internazionali. Il festival, diretto da Davide Bini, si è immerso anche in produzioni locali come il “Harder Times – storia di un mito” di Irene Atzeni e “Manos de fainas pro s’affidu” di Enrico Salvatore Porcheddu, che ha esplorato i riti matrimoniali ittiresi degli anni Cinquanta. Il regista e docente Marco Antonio Pani, ospite d’onore del festival, ha presentato tre opere molto diverse tra loro: “Padenti”, “Arturo torna dal Brasile” e, ieri, un teaser dal titolo “Il barbiere della Marina”.
Nell’ultima serata, durante la sezione “Storie e racconti dell’Anglona”, il pubblico ha avuto modo di apprezzare tre documentari selezionati tra i lavori degli studenti dell’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari. Il documentario su Laerru e i festeggiamenti in onore di Santa Margherita, è stato realizzato da Matteo Campus, Matteo Michele Uzzanu e Lorenzo Aresti. Quello su Chiaramonti – dove si celebra San Matteo – è opera di Matteo Alba e Fabrizio Cossu, mentre quello ambientato a Martis – in cui si venera San Pantaleo – è stato realizzato da Matteo Alba e Mauro Deriu. I documentari hanno cercato di catturare l’atmosfera delle festività patronali, riportando alla memoria tradizioni e riti di un passato lontano, che i giovani contribuiscono a preservare. La mostra d’arte contemporanea “Eutimìa”, curata da Gloria Perra e Gavino Puggioni, ha arricchito ulteriormente l’evento.
Antonio Caria