Gli avvenimenti di carattere umano, economico, sociale e di ordine sanitario, connessi e conseguenti alle traversie vissute nell’area centrale dell’Isola per la fine del “sogno” industriale petrolchimico, sono la summa proposta nel film documentario DOPO IL FUTURO di Antonio Sanna.
Il “sogno” ora svanito, percepito e interpretato in origine – e solo da pochi! – anche come “Il Golpe di Ottana”, titolo della tesi universitaria dell’artista e regista nuorese Giovanni Columbu, pubblicata nel 1975, che argomentava sul processo di industrializzazione della Sardegna, legato al Piano di Rinascita e nello specifico a Ottana, considerato un evidente strumento di colonizzazione del territorio e operazione per modificare alla radice il tessuto sociale sardo.
Attraverso le tante testimonianze, tra passato e presente, affiora forte la volontà di riscatto e di ripartenze con un nuovo senso del territorio delle aree interne e di valorizzazione delle risorse storiche, naturali ed identitarie. Il lavoro di Antonio Sanna – fa seguito al film inchiesta Senza passare dal via, realizzato nel 2016 e memoria storica sull’industrializzazione nelle zone interne – è stato proposto all’Auditorium Giovanni Lilliu dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico e all’attenzione di un numeroso pubblico di cittadini ma soprattutto studenti, oltre 200 degli istituti superiori nuoresi, che hanno attivamente vivacizzato, con puntuali e mirate domande, il dibattito post-proiezione con tanti partecipanti e protagonisti del periodo storico, economico e sindacale rappresentato nel prezioso documentario. Nel lavoro di storia post-industriale si porta alla luce il drammatico strascico di disoccupazione, spopolamento e malattie oncologiche, principalmente a Ottana, a Molia in territorio di Illorai e a Bono. La documentata narrazione è ribilanciata dalle tante opportunità, nate con spontaneo e maturo entusiasmo, per “risollevarsi” con la dignità lavorativa e con i modelli di sviluppo legati significativamente al territorio. Dopo tante ferite, si cerca di rinascere dalle macerie.
L’opera, prodotta da APS ARKAOSfilm, si dimostra strumento di analisi e conoscenza della realtà da cui attingere per creare possibilità di sviluppo e interventi di seria programmazione; l’Associazione, oltre alla costante promozione della cultura cinematografica, è determinata e attiva per valorizzare complessivamente il patrimonio artistico, archeologico, storico e ambientale della Sardegna.
La proiezione, finalizzata a far interloquire i giovani con il regista Antonio Sanna, e quindi condividere momenti determinanti della storia politica e culturale della Sardegna centrale, è stata introdotta dall’intervento di Lisetta Bidoni dell’IBIS che legge ed interpreta i percorsi importanti del DocuFilm “come ulteriore riflessione e ripensamento su ciò che hanno significato per la Sardegna, oltre cinquant’anni fa, le scelte di carattere politico con il lascito di eredità attuali”. Il presidente dell’ISRE Stefano Lavra, oltre ai saluti istituzionali e ringraziamenti per la partecipata adesioni all’incontro da parte di tanti giovani studenti, docenti, operai, sindacalisti, rappresentanze del mondo del produttivo ed amministratori locali, ha proposto un’analisi sociale sull’influenza determinata dall’industrializzazione sul tessuto agro-pastorale sardo e gli scenari problematici legati al “dopo futuro”. La dottoressa Maria Giobbe, presidente dell’Ordine dei medici di Nuoro, a riferito della salute collettiva abbinata e determinata dalla situazione ambientale e i chiari segni che l’inquinamento industriale rivela con evidente determinazione anche dopo anni e decenni; ha definito i determinanti la salute secondo la deontologia medica e gli indirizzi OMS e con specifici collegamenti al documentario. Antonio Sanna ha proposto il documentario come lavoro di collegamento e di trasmissione diretta ai giovani; motivato le scelte d’impegno per capire le problematiche e i processi determinanti sul polo petrolchimico, nato con scadenza “a termine”. Sanna documenta la reazione del territorio e come stia “elaborando il lutto” sociale, economico e sanitario del dopo sogno industriale.
Dopo la proiezione il dibattito si è ampliato con la partecipazione e contributi di tanti protagonisti, diretti e indiretti, che hanno vissuto lo sviluppo e il declino culminato con la chiusura di Ottana Polimeri nella Media Valle del Tirso. Sul palco, a rispondere alle domande dei giovani studenti nuoresi, sono stati Pasqualina Borrotzu, Lisa Mossoni, Gian Paolo Marras, Angelo Ruiu, la coordinatrice dell’incontro Lisetta Bidoni e il regista Antonio Sanna.
Gli interventi di docenti, amministratori, sindacalisti, dirigenti industriali e i quesiti posti dagli studenti hanno permesso di analizzare e approfondire diversi aspetti sociali ed economici, aperto a nuove riflessioni sul documentario e nel ridefinire la relazione territorio-fabbrica. Dario Farris, studente del Liceo artistico Francesco Ciusa, ha posto il problema “se la Sardegna avesse realmente bisogno di “ospitare” un’industria, allora ed oggi, considerando le potenzialità che l’Isola rappresenta in altri settori di forte radicazione territoriale e identità (pastorizia, agricoltura, turismo, patrimonio culturale). Diverse studentesse hanno invece portato il discorso sull’evoluzione culturale e di emancipazione sviluppata con l’avvento dell’industrializzazione degli anni Settanta (ruolo femminile, posto fisso e lavoro aggregativo al di fuori e oltre i limiti di ambito familiare-casalingo). Sentite e vibranti di passione le argomentazioni dei giovani sulle condizioni di inquinamento, di bonifica delle aree post-industriali e sull’attuale rivoluzione energetica nel settore delle rinnovabili, da governare con maturità nel territorio e per il territorio. Da questa nuova classe studentesca si evince di una gioventù pronta a comprendere la realtà ed essere protagonista consapevole delle nuove sfide e progetti di futuro.
Gli incontri con gli studenti degli istituti superiori nuoresi, all’interno dell’ISRE e promossi dall’associazione IBIS e Ordine dei medici di Nuoro, proseguono con l’appuntamento previsto per sabato 23 marzo e si parlerà di inquinamento e salute.
Cristoforo Puddu