Si terrà domani alle 20.30, presso i giardini dell’Archivio Mario Cervo ad Olbia, “Cenere”, uno spettacolo di e con Valentina Sulas e Juri Deidda.
Con questo evento, l’Archivio Mario Cervo vuole celebrare il 150° anniversario della nascita della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda.
«Con questa iniziativa – spiegano i promotori – abbiamo voluto collegare due mondi particolarmente cari alla scrittrice: uno è ovviamente la letteratura, l’altro è la musica, di cui era grande appassionata. Dal romanzo di Grazia Deledda, l’attrice Valentina Sulas e il sassofonista Juri Deidda realizzano uno spettacolo teatrale in cui voce e musica si fondono, addentrandosi nei meandri dei moti dell’animo umano. La giovanissima Olì si innamora di Anania: il giovane però è già sposato e la abbandona, incinta. La ragazza viene ripudiata dalla propria famiglia e si ritrova a crescere il bambino, a cui da lo stesso nome del padre, nella miseria, incapace di dargli amore mentre il figlio sogna di scappare alla ricerca del padre. Otto anni dopo, Olì porta il piccolo davanti alla casa del padre naturale, e lo abbandona inaspettatamente, scomparendo senza spiegazioni. Anania viene accolto con amore dalla moglie del padre, e comincia una nuova vita: accede agli studi, matura; s’innamora, ricambiato, di una ragazza benestante. L’università lo porta a Cagliari, poi a Roma. Ma l’assenza della madre diventa un’ossessione: più che amore, è vergogna, è necessità di trovarla per rimproverarle il suo abbandono, di salvarla e redimerla dalla sua vita misera e immorale. L’incontro tra madre e figlio è necessario, ma andrà molto diversamente dal previsto. Voce e suono, attrice e musicista, parola e suggestioni: ogni elemento concorre a creare un’atmosfera che vuole restituire l’intensità del testo deleddiano, la potenza del realismo dei sentimenti e del legame con la terra delle origini. La classicità e la forza evocativa del sassofono tenore si fondono con la modernità della loop station e dell’effettistica elettronica, costruendo un mondo potentemente radicato nella tradizione isolana, ma dai tratti astratti e assoluti.»
Antonio Caria