È iniziata, a Porto Torres, la fase conclusiva del progetto “Area archeologica della colonia Iulia Turris Libisonis: scavo, restauro e valorizzazione ai fini turistico-culturali dell’impianto urbano e delle residenze patrizie” che vede un finanziamento ministeriale complessivo di 577mila 200 euro.
I lavori comprendono il restauro dei mosaici ritrovati durante l’intervento di scavo del 2003, tra i quali i riquadri con la raffigurazione della fauna marina del golfo dell’Asinara.
Sarà inoltre portato a termine lo scavo del “fornetto” tardo antico ritrovato nel 2022, al fine di rendere completamente fruibile il grande ambiente a sud-ovest dell’edificio.
Infine verrà messa in sicurezza e restaurata la piccola vasca con seduta (semicupio), anch’essa ritrovata nell’ultima campagna di scavo. Saranno anche messe in sicurezza porzioni di murature, in particolare la volta di un ambiente attualmente sostenuta da puntellatura.
Contemporaneamente è in fase di progettazione un importante, ulteriore lotto di lavori relativo al complesso archeologico, che consentirà di definire i margini dell’edificio e il suo rapporto con le vie che partono dal ponte sul Rio Mannu, di realizzare un percorso di visita in sicurezza, di individuare una soluzione per la copertura del complesso, necessaria per la protezione delle strutture e delle pregiate decorazioni pavimentali e parietali.
Per Gabriella Gasperetti, archeologa e responsabile di progetto, «I lavori attuali dureranno due mesi e il complesso sarà protetto con coperture a contatto in attesa dell’ulteriore grande intervento, che consentirà di dare finalmente una veste e una visione adeguata di questa straordinaria domus di Turris Libisonis, adagiata sulle pendici del colle rivolte verso il fiume, in posizione scenografica per chi entrava in città da occidente e utilizzata fino alla prima età cristiana».
Antonio Caria