Porta il nome di Michelangelo Pira il nuovo spazio di aggregazione a Quartu Sant’Elena. La somma di 300mila euro, messa in campo dall’amministrazione comunale, ha consentito una completa ristrutturazione dell’edificio di via Brigata Sassari, con la fornitura di nuovi arredi, puntando su allestimenti funzionali, e l’apertura di una piccola area cortilizia interna.
Saranno dieci le associazioni che potranno portare avanti un’offerta multidisciplinare, fruibile sotto differenti aspetti e diverse possibilità espressive e ricreative.
Il sindaco Graziano Milia ha spiegato che la riapertura di Spazio Michelangelo Pira «è un risultato importante per noi, ci inorgoglisce e ci riempie di gioia. Realizzammo questo spazio negli anni ’90, al tempo come Sala convegni, e abbiamo voluto confermare quella intitolazione. Ritenevamo allora che potesse diventare un luogo d’incontro, di scambio, di crescita comune».
«Abbiamo avuto la possibilità di vincere questa scommessa partendo da un finanziamento di questa Amministrazione, che ha stanziato ben 300.000 euro. Non è poco trovare questi soldi in un bilancio comunale, nonostante i Comuni ricevano sempre meno risorse dallo Stato – ha aggiunto l’assessore dei Servizi sociali e delle Politiche generazionali Marco Camboni – . Abbiamo puntato sulla co-progettazione, un sistema innovativo che permette ai vari portatori di interesse di dare un contributo reale e fattivo nella realizzazione dei progetti. Dopo diverse interlocuzioni e la necessaria programmazione siamo passati ai fatti e siamo arrivati sin qui, all’apertura di un centro interdisciplinare e intergenerazionale che si farà apprezzare per la capacità di mettere a contatto cultura e sociale.»
«Che uno spazio urbano importante di Quartu venga confermato e rinnovato nella sua dedica a Michelangelo Pira fa enorme piacere a noi suoi familiari – il commento del figlio di Michelangelo Pira, Stefano -. E per questo ringraziamo il Sindaco, che volle questa dedica molti anni fa. Ora il rinnovamento offre questo spazio centralissimo ai giovani, ai loro entusiasmi, alla loro voglia di vivere, e anche a chi cerca un rifugio dalle delusioni che ogni età ha. I miei genitori a metà degli anni Sessanta scelsero di costruire la loro casa nella collina di Capitana. Un antico proverbio europeo dice che per entrare in una città ci vogliono due o tre generazioni. Forse è la motivazione per la quale mio padre scelse di venire a vivere a Quartu, dove questo problema storicamente non è mai esistito, visto che quando un cittadino sardo o del Mediterraneo doveva integrarsi veniva qui piuttosto che andare nel capoluogo. Una delle qualità di questa città infatti è proprio la capacità di accoglienza.»
Il presidente di Liberi tutti, Daniele Caccherano, ha voluto «ringraziare la città di Quartu che ci ha dato la possibilità di portare quelli che sono i nostri modelli che ogni giorno viviamo nei territori, soprattutto in Piemonte». Soddisfatto anche il presidente di Domu Mia, Ninni Santus che dichiara: «La partecipazione dei ragazzi dell’Ufficio di Esecuzione Penale esterna ha consentito loro di rendersi utili alla comunità: è una grande vittoria offrire loro una seconda opportunità, aprire altre strade che possano percorrere, come ha fatto un ragazzo che ora è un nostro dipendente. Siamo felici di restituire alla città questo spazio e vogliamo fare lo stesso anche per il Parco Matteotti. Va rigenerato, va rivissuto, un risultato che si ottiene occupando il territorio con idee e progetti. E insieme diamo risultati visibili alla città e alle città. Quartu è un bellissimo esempio di come si possano restituire al territorio i suoi spazi, come questo appunto, nel cuore della città».
Antonio Caria