Si è conclusa con grande successo la seconda trasferta all’estero della rassegna “Visioni Sarde”. Ospite
d’eccezione il 10 settembre, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, è stato Valerio Burli, regista di “Dakota Dynamite”. Il regista non ha origini sardi ma dal suo corto e dalle sue parole arriva un
amore ed una passione fortissima verso la nostra regione, le sue persone e le sue storie.
Il suo corto è ambientato “da qualche parte in Sardegna, nel 1992” come chiarito dai titoli di testa in stile
western. Una bambina in vacanza nell’isola viene rapita dall’Anonima Sequestri. Cercherà l’aiuto della sua
eroina di fumetti preferita. «”Dakota Dynamite” – ha scritto Burli nelle note di regia – prende spunto da vicende drammatiche del nostro passato e le rielabora in una chiave western tutta al femminile, dove la fantasia pare accorrere in soccorso della realtà, quando essa si fa violenta ed intollerabile. Una storia che poteva accadere solo in Sardegna, terra di conflitti e magie.»
Il corto scritto insieme ad Emanuele Mochi è stato realizzato in sole 48h, come sfida per il concorso
Internazionale 48h Film Festival, dove ha vinto il premio per il miglior uso del genere.
Il regista è quindi volato a Monaco quale ospite d’onore del Comitato Dante Alighieri e dell’Associazione
cinematografica “Monacorti”.
Valerio Burli ci ha raccontato per telefono le sue prime impressioni su come il cinema sardo viene percepito
in Germania.
«ll pubblico di Monaco ha dimostrato profondo interesse nei confronti dei film prodotti in Sardegna. Sono
rimasti sorpresi dalle storie raccontate nei corti proiettati, che offrono uno sguardo intimo della cultura e della società sarda, spesso considerata unicamente come meta turistica e che invece è molto più!»
La proiezione è stata seguita da un momento di dibattito con il pubblico: «Hanno posto domande davvero
interessanti, che andavano al di là dei corti proiettati, tutte storie legate al presente attraverso il passato,
alcune dolenti, altre più ironiche. Da “continentale” non ho potuto fare a meno di sottolineare come il giovane cinema sardo sia incredibilmente attivo e di qualità, ma sopratutto offra sguardi diversissimi e sempre originali. A conferma di ciò c’è anche la presenza di “Assandira”; di Salvatore Mereu e “Nilde Iotti, il tempo delle donne”; di Peter Marcias al Festival di Venezia.
È importante che questi percorsi escano dai confini regionali e poi anche da quelli nazionali, come dimostra
questa rassegna di Monaco, parte dell’efficace attività di promozione svolta dalla Film Commission
Sardegna.
Ricordiamo anche che pochi giorni fa vi è stata la proiezione di “Il nostro concerto” di Francesco Piras, “Gabriel” di Enrico Pau, “Sonus” (Suoni) di Andrea Mura, “Destino” di Bonifacio Angius e “Dakota Dynamite” di Valerio Burli all’European film festival di Amman, il più antico e prestigioso festival cinematografico della Giordania.
«Sono contento ed orgoglioso di essere andato a Monaco – ha concluso il regista -. Mi sono sentito
doppiamente ospite, in primis di Nevina Satta e della Film Commission Sardegna che ringrazio sentitamente
per aver accolto il mio piccolo film, nato con pochi mezzi e tanta voglia di girare, e poi anche di Natale
Randazzo e Concetta D’Arcangelo di Monacorti, che ci ricordano che il Cinema non ha barriere.»