Chiusura con successo per la due giorni, la prima volta nella storia, del Premio Maria Carta, ospitato a Siligo nell’omonima piazza dedicata alla cantante scomparsa nel 1994 e giunto alla ventesima edizione.
«Abbiamo voluto fosse un evento diverso dagli altri, due giorni di impegno e di attenzione nei confronti del comune natale di Maria, con premiati straordinari», ha dichiarato il presidente della Fondazione Maria Carta, Leonardo Marras.
Sei i premiati. La più attesa era Grazia Di Michele, cantautrice romana. «Sono emozionata e anche orgogliosa per il Premio – ha detto, ricevendo il riconoscimento da Leonardo Marras -. Maria Carta è il simbolo del canto della Sardegna ed è anche un simbolo per tutte le donne. Ha iniziato in un momento nel quale il canto era ancora appannaggio maschile. Eppure ha avuto il coraggio di buttarsi e di farlo con un’impronta unica. Era anche una persona estremamente sensibile: ha portato il suo modo di essere donna nel canto come nel teatro e nel cinema. Tutto l’amore della Fondazione nei suoi confronti è doveroso.». Un premio particolarmente sentito è stato quello attribuito a padre Salvatore Morittu.
Un altro riconoscimento è stato assegnato alle launeddas, lo strumento principe della musica sarda: «Con loro – si legge nella motivazione – la cultura sarda ha modo di esprimersi in maniera originale, esaltando la forza delle radici e un suono irripetibile altrove, che richiama subito alla Sardegna».
«Abbiamo voluto fosse un evento diverso dagli altri, due giorni di impegno e di attenzione nei confronti del comune natale di Maria, con premiati straordinari», ha dichiarato il presidente della Fondazione Maria Carta, Leonardo Marras.
Sei i premiati. La più attesa era Grazia Di Michele, cantautrice romana. «Sono emozionata e anche orgogliosa per il Premio – ha detto, ricevendo il riconoscimento da Leonardo Marras -. Maria Carta è il simbolo del canto della Sardegna ed è anche un simbolo per tutte le donne. Ha iniziato in un momento nel quale il canto era ancora appannaggio maschile. Eppure ha avuto il coraggio di buttarsi e di farlo con un’impronta unica. Era anche una persona estremamente sensibile: ha portato il suo modo di essere donna nel canto come nel teatro e nel cinema. Tutto l’amore della Fondazione nei suoi confronti è doveroso.». Un premio particolarmente sentito è stato quello attribuito a padre Salvatore Morittu.
Un altro riconoscimento è stato assegnato alle launeddas, lo strumento principe della musica sarda: «Con loro – si legge nella motivazione – la cultura sarda ha modo di esprimersi in maniera originale, esaltando la forza delle radici e un suono irripetibile altrove, che richiama subito alla Sardegna».
A ritirare il premio, è stato Sandro Porcu, sindaco di Villaputzu, comune definito “il paese delle launeddas” tanto Non poteva mancare il tributo al mondo dell’emigrazione sarda, con il premio al Circolo “Amici mediterranei” di Arnhem in Olanda, nazione che accoglie oltre 15mila sardi, consegnato al presidente Mario Agus da Rina e Tino Carta, sorella e fratello di Maria. Ha partecipato alla due giorni del ventennale anche Bastianino Mossa, presidente della Fasi (la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia). Da anni la Fondazione Maria Carta valorizza la presenza dei sardi fuori dall’isola, con incontri e gemellaggi.
A tutti i premiati è stata consegnata l’edizione 2022 della pregevole opera in filigrana d’argento realizzata dall’orafo algherese Pasquale Ferraro.
A tutti i premiati è stata consegnata l’edizione 2022 della pregevole opera in filigrana d’argento realizzata dall’orafo algherese Pasquale Ferraro.
Antonio Caria