Sono 20 i premi assegnati al termine della 7a edizione del “Babel Film Festival”.
Premio Maestrale Miglior Lungometraggio (6.000 euro)
Ndoto Ya Samira – Il sogno di Samira di Nino Tropiano
Premio Maestrale Miglior Documentario (2.500 euro)
Talking Dreams di Bruno Rocchi
Premio Maestrale Miglior Cortometraggio (2.500 euro) – ex aequo
Male fadau di Matteo Incollu
Mira sa dì di Andrea Cannas
Premio Speciale del Babel film Festival
Otra Mano di Agu Netto
Premio Diari di Cineclub
Mateoren Ama di Aitor Arregi e Jose Mari Goenaga
Premio FEDIC Cagliari
Con la S maiuscola di Marco Spanu
Premio AAMOD
Prima che arrivi l’estate di Francesco Di Martino
Premio Ostana
Arbores di Francesco Bussalai
Premio del Pubblico FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema
Emilia di Cristina Guillen
Premio Italymbas
Maialetto della Nurra di Marco Antonio Pani
Premio Umanitaria
Stolen Fish di Gosia Juszczak
Premio Diritto di Parola
Silent Heat di Lucienne Venner
Premio One Wor(l)d (ax aequo)
Isole di Mario Brenta e Karine De Villers
Bosch i Morata, sempre els quatre di Miquel Notari e Rafa Alborch
Premio UniCa
La desapariciòn di Jonathan Millet
Menzione speciale Miglior Lungometraggio
Lùa Vermella di Lois Patino
Menzione speciale Miglior Documentario
Boca de culebra di Adriana Otero
Menzione speciale Diritto di Parola
Artiko di Josu Venero e Jesus Mari Lazkano
Menzione speciale UniCa
Do you think God loves immigrant kids, mom? di Rena Lusin Bitmez
Le Giurie sono giunte alla scelta dei premi dopo aver visionato 64 film in gara: 39 documentari e 25 film a soggetto, parlati in 40 diverse lingue minoritarie.
Il miglior lungometraggio è di Nino Tropiano.
L’irlandese e lo swahili sono le lingue che raccontano una storia straordinaria di emancipazione femminile ambientata a Zanzibar. Il film vincitore è dunque “Ndoto Ya Samira – Il sogno di Samira”, dal nome della protagonista. Il regista è il pugliese Nino Tropiano, da trent’anni trapiantato a Dublino, dove da qualche mese sta lavorando a un concept per una serie Netflix.
Il miglior documentario è di Bruno Rocchi.
I sogni, invece, sono i protagonisti di “Talking Dreams”, del regista bergamasco Bruno Rocchi, autore di diversi reportage nel nord Africa. Il documentario vincitore al Babel Film Festival è ambientato in un villaggio dell’Africa occidentale.
I migliori cortometraggi.
Sono invece ambientati in Sardegna i due cortometraggi vincitori, ex aequo, del Premio Maestrale. Il primo, “Male fadàu”, è ambientato a Baunei, in piena seconda guerra mondiale, nel 1942. La firma è quella di MatteoIncollu, regista che ha collaborato con Salvatore Mereu e ha diretto numerosi cortometraggi. Il secondo è “Mira sa dì”, di Andrea Cannas, regista già selezionato nella prima edizione del Babel Film Festival. Il corto è ambientato a Mogoro, nel 1930, una storia d’amore e di giustizia sullo sfondo delle repressioni del regime fascista.
Evento post-festival il 13 dicembre.
Il Babel Film Festival non finisce qui. È prevista, infatti, una “coda” post-festival con la proiezione di un film fuori concorso. L’evento è fissato per lunedì 13 dicembre, alle ore 18.00, negli spazi della Cineteca Sarda, in viale Trieste 126 a Cagliari. Sarà proiettato il lungometraggio “Bogre” di Fredo Valla. “Bogre” è “un viaggio nella storia, un viaggio nell’Europa del medioevo, un viaggio nel suo “farsi film”. Un viaggio-film-saggio. Un road-movie alla ricerca di tracce e narrazioni su Catari e Bogomili: tra Occitania, Italia, Bulgaria e Bosnia”.